Una buona sanità pubblica è possibile! A sostenerlo è lo Spi Cgil che per la prossima settimane ha messo in programma un serie di iniziative con lo scopo di richiamare la Regione Toscana ad un’ attenta considerazione sui ritardi dell’Asl 6 e gli Enti Locali a riappropriarsi di un ruolo attivo sui servizi socio sanitari. Ecco il programma dei presidi: Lunedì 30 giugno dalle 11 alle ore 12 all’ospedale di Piombino; Mercoledì 2 luglio dalle 11 alle 12 all’ospedale di Cecina; Venerdì 4 luglio dalle 11 alle ore 12 all’ospedale di Livorno.
“Ad un anno e mezzo dell’approvazione della delibera 1235 “Piano operativo per riordino del sistema sanitario regionale”, dobbiamo registrare nel nostro territorio provinciale, un ritardo inaccettabile nella sua attuazione che si basa su due aspetti fondamentali: la messa in rete dei presidi ospedalieri in area vasta e la riorganizzazione dei servizi socio sanitari del territorio. Le azioni che avrebbero dovuto portare ad un miglioramento delle prestazioni socio sanitari, per una loro più adeguata appropriatezza, stentano a realizzarsi. La direzione dell’ASL 6 manifesta difficoltà ad attuare le azioni necessarie. La discussione delle istituzioni locali e della politica da tempo si incentra sugli ospedali, dimenticando i servizi territoriali. Questa situazione accentua le difficoltà, soprattutto della popolazione anziana, che si trova di fronte ad un sistema socio sanitario che non è in grado di dare risposte appropriate. Questo aumenta le difficoltà delle famiglie, soprattutto la dove gli anziani si trovano in una condizione di non autosufficienza. Lo SPI CGIL è fermamente convinto che una buona sanità pubblica è possibile intervenendo su sprechi e inefficienze, valorizzando i servizi che funzionano, spesso offuscati da cattiva organizzazione, riorganizzando i servizi territoriali attraverso il pieno coinvolgimento dei medici di famiglia e la conseguente realizzazione delle Case della Salute, aumentando la prevenzione e la sanità d’iniziativa, valorizzando il ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori che sono il patrimonio fondamentale della sanità a cui spetta il compito, spesso difficile, di tutelare la salute delle persone”.