Tra i due litiganti, il terzo muore. E’ quello che possiamo dire, con macabra ironia, a seguito della quinta giornata di sciopero del Tirreno, il “nostro” quotidiano locale: una protesta che ha generato pesanti contraccolpi su noi edicolanti, visto anche che il giornale per due volte non è uscito proprio di domenica (per molti di noi la giornata in cui si registrano gli incassi più alti).
Ci teniamo a precisare che noi edicolanti sosteniamo con convinzione ogni forma di sciopero a tutela del lavoro. In questo momento non possiamo però fare a meno di sottolineare anche le difficili condizioni in cui si trova la nostra categoria. A causa delle pesanti difficoltà economiche dovute al mancato sblocco nelle trattative per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro, diventa difficile per noi pensare di scioperare:. La situazione per noi sta però diventando sempre più critica: nei prossimi mesi siamo dunque pronti a mettere in atto qualsiasi tipo di azione mirata a salvaguardare il mantenimento delle rivendite nella provincia di Livorno.
Visto inoltre che ora tutti chiedono garanzie, le vogliamo anche noi.
Il nuovo governatore della Toscana Eugenio Giani è andato a far visita ai lavoratori del Tirreno rassicurandoli e dando loro garanzie sulla continuità del quotidiano locale.
Alla Regione chiediamo di aiutare anche la nostra di categoria: di aiuti noi non ne abbiamo infatti mai ricevuti. L’auspicio dunque è che la Regione ci risponda in modo concreto e soprattutto con la stessa celerità con cui nei mesi scorsi ci ha chiesto di poter distribuire le mascherine anti Covid ai cittadini: una richiesta da noi accolta con grande senso di responsabilità, malgrado tutte le problematiche del caso, consapevoli dell’importante servizio di pubblica utilità che stavamo mettendo a disposizione.
Durante il “lockdown” la categoria degli edicolanti è stata definita “essenziale”. Molti di noi hanno rischiato di essere contagiati per meno di mille euro al mese: rimanere aperti però era un dovere civico. Adesso però servono risposte e aiuti concreti. Non possiamo più sopportare i capricci e la totale mancanza di rispetto nei nostri confronti da parte di editori e gruppi editoriali. Non possiamo più sopportare schermaglie all’interno della filiera: queste non fanno altro che condannare il cartaceo ad un ulteriore calo delle vendite, già di per sé risicate.
Daniele Domenici,
segretario provinciale Si.Na.G.I. Livorno