Il segretario generale della Cgil provincia di Livorno è stato intervistato da Piero Giorgetti di GranducatoTv. Di seguito alcuni flash tratti dalla trasmissione andata in onda ieri sera.
“Per la La Cgil provincia di Livorno questo è un momento molto importante. Abbiamo registrato il RECORD storico di iscritti, oltrepassando quota 55mila. Senza contare che si sta avvicinando il congresso, in programma il prossimo 18-19 ottobre a Livorno”
“Sul nostro territorio, soprattutto nel settore degli appalti, ci sono cooperative che applicano contratti nazionali non sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative: questo crea DUMPING sociale. Anche Confindustria prende atto di questa criticità chiedendo d’intervenire con una norma sulla rappresentanza per la corretta applicazione dei contratti di lavoro”.
“Nell’area livornese come sappiamo ci sono molti DISOCCUPATI. Le persone in difficoltà sono purtroppo costrette a accettare ogni tipo di impiego, anche quello più flessibile, precarizzante e con meno tutele: questo però crea un dumping sociale all’interno del territorio che rischia di far esplodere le aziende più strutturate”.
“Quando furono sottoscritti gli accordi di programma di Livorno e Piombino il presidente Enrico Rossi disse che per riportare la provincia alla situazione occupazionale ante-crisi, cioè prima del 2008, sarebbero occorsi 20mila posti di lavoro. Il prossimo 3 ottobre a Livorno si riunirà la relativa cabina di regia. Nell’occasione evidenzieremo alcune importanti criticità legate agli accordi di programma: l’effettiva realizzazione di quanto previsto è infatti fortemente in ritardo (un esempio su tutti: la Darsena Europa)”
“I disoccupati sono in grande difficoltà. Non si capisce bene che tipo di strumenti il governo intenda mettere in campo per tutelarli. La mobilità in deroga scadrà nel 2018 e i lavoratori sotto Naspi a breve non avranno più ammortizzatori sociali. Nel frattempo si sta aspettando il varo del cosiddetto REDDITO DI CITTADINANZA proposto dal governo. Sul territorio abbiamo però bisogno di RISPOSTE URGENTI altrimenti rischiamo di avere una rottura del tessuto sociale”
“Nel nostro congresso proponiamo un REDDITO DI CONTINUITA’ che è leggermente diverso dal redditto di cittadinanza. Nella nostra proposta è infatti prevista la copertura previdenziale. Un sostegno al reddito senza copertura previdenziale, anche figurativa, implica che una persona non andrà mai in pensione. Il collocamento pubblico deve poi essere rimesso al centro del mercato del lavoro, oggi completamente in mano alle agenzie interinali”.
“La Cgil è favorevole al superamento della legge Fornero che ha creato storture pesanti nel mondo del lavoro. Negli accordi con il governo Gentiloni abbiamo cercato di dare dignità e flessibilità d’uscita a chi faceva lavori usuranti. Proponiamo 41 anni di contributi. La discussione sulle pensioni è però focalizzata soprattutto a chi è vicino a andare in pensione. Nel nostro documento congressuale inseriamo anche una PENSIONE DI GARANZIA per i giovani. In una fase come questa dove c’è molta precarietà e forte flessibilità il giovane si trova con poca contribuzione e senza possibilità di farsi una pensione complementare. Occorre dunque uno strumento che preveda un minimo garantito alle nuove generazioni”.
“La Cgil è da diversi anni al lavoro sull’industria 4.0. Nella nostra piattaforma congressuale proponiamo una RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO A PARITA’ DI SALARIO. Uno per una questione di redistribuzione del reddito: se è vero che le aziende aumentano la produttività è anche vero che non possono aumentare i profitti e scaricare sulla società i tassi di disoccupazione. Dunque riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per compensare i posti di lavoro persi a seguito della robotizzazione delle fabbriche. Se si va incontro a una contrattazione dell’algoritmo potremo avere anche più tempo libero per le persone. Chiaro che questa cosa non può esser sviluppata su tutti i settori: la tendenza dev’esser però questa”.
“L’Unione Europea non può essere solo un’unione puramente economica, occorre una globalizzazione dei diritti. I contratti nazionali sono importanti ma dobbiamo iniziare a lavorare sui CONTRATTI EUROPEI per evitare le delocalizzazioni. Non è possibile che all’interno della stessa Europa ci sia la competizione a spostare una fabbrica da una nazione all’altra competendo solo sul costo del lavoro”.
“Il 2019? Se non vanno in porto una serie di progetti la provincia di Livorno andrà fuori mercato. Bisogna accelerare con i progetti. Senza Darsena Europa, senza infrastrutture, senza collegamenti ferroviari, senza UN OSPEDALE degno di questo nome, senza scuole in grado di garantire sicurezza adeguata, il territorio rischia di esplodere in una crisi sociale che difficilmente troverà una soluzione a breve termine.