“Siamo preoccupati per la situazione delle aziende dell’indotto Aferpi” questo l’incipit del comunicato siglato dalle Rsu Amcor, Elettra e Sol “Il recente accordo stipulato al Mise con Aferpi in riferimento al costo dell’energia elettrica è sicuramente un fatto significativo, ma deve rappresentare solo il primo passo di un percorso di cui il più ampio comparto industriale di Piombino deve fare parte. Durante l’incontro del 19 dicembre scorso, infatti, è stato deciso di analizzare solo in un secondo momento la situazione dell’azienda Arcelor e di non affrontare ancora la situazione delle altre aziende energivore del comparto industriale, come ad esempio la SOL. Il comma 2 dell’articolo 9 del Bollettino Ufficiale nr.28 della Regione Toscana del 15.07.2015 prevedeva infatti che “indipendente da quanto previsto dal primo comma del presente articolo, sempre ai sensi dell’art.12 dell’Accordo (di Programma), al fine di favorire una migliore efficienza nella gestione dell’energia all’interno del più ampio comparto industriale di Piombino, le parti (Mise, Regione Toscana) si impegnano altresì ad individuare concrete forme di attuazione della predetta norma.” Le scelte prese invece nell’incontro del 19 Dicembre vanno in una direzione che non rispecchia quanto sopra riportato, mettendo a rischio uno dei progetti fondamentali analizzati in fase di riprogettazione del polo industriale piombinese, ovvero quello di ipotizzare una R.I.U. (Rete Interna di Utenza) che permetterebbe (riportiamo uno stralcio del bollettino nr.28 della Regione Toscana) “di poter superare la diseconomicità degli attuali costi dell’energia e favorire l’accesso a costi dell’energia elettrica competitivi, tenuto conto che ciò costituisce presupposto indispensabile (…omissis…) e condizione irrinunciabile per la realizzazione del Piano Industriale.” Ecco quindi l’appello che le Rsu lanciano al Governo “Chiediamo quindi che il Governo si faccia carico di garantire un futuro alle realtà industriali del comprensorio piombinese. Per fare questo sarebbe sufficiente la revisione delle particelle catastali per permettere anche a Amcor, Dalmine, Arcelor, Sol, ecc.. effettive condizioni di accesso alle stesse opportunità presenti per altri comparti industriali ad alto consumo energetico operanti in Italia. Non è possibile infatti che il prezzo dell’energia elettrica vari da 45 euro/MWh a 130 euro/MWh, creando quindi una forte disuguaglianza nelle condizioni di competitività ed il rischio conseguente di minor livello occupazionale”. Ed alle istituzioni regionali e locali “Chiediamo di farsi interpreti e portatori della nostra richiesta in modo da permettere un futuro allo stabilimento Aferpi (motore e cuore pulsante del territorio) ed anche a tutto il territorio della Val di Cornia. Ricordiamo infatti che questa non è mai stata una “Vertenza Lucchini”, bensì una “Vertenza Piombino”. I lavoratori Aferpi e di tutto l’indotto devono essere messi in condizione di arrivare alla ripartenza delle attività avendo ancora un aggancio al mondo del lavoro. Pensiamo ad esempio alle nostre aziende (pur con specificità molto diverse tra loro): per SOL Piombino a Giugno scade il secondo anno di cassa integrazione (pur essendo alcuni lavoratori stati ricollocati in altre sedi del gruppo), i lavoratori Edison ed Elettra sono in cassa integrazione per cessazione attività. Riteniamo fondamentale poter disporre dell’estensione degli ammortizzatori sociali, fino alla completa realizzazione del piano industriale e chiediamo al Governo ed alle Istituzioni locali e regionali di farsi carico di questa ulteriore vertenza.”. E concludono con l’invito a partecipare all’iniziativa indetta dal settore per il prossimo 20 gennaio: “Invitiamo quindi tutti i lavoratori a partecipare allo sciopero provinciale di 8 ore del settore industriale Chimico, Energia, Petrolio, Gomma-Plastica, Elettrico, Acqua, Gas, Moda e Affini che si terrà mercoledì 20 Gennaio con concentramento davanti alle Ex Ceramiche Industriali di Livorno alle ore 17.15”.