UniCoop Tirreno: sindacati disponibili al confronto, ma senza svolta sarà mobilitazione

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Lo scorso 28 febbraio, le OO.SS. Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs, riunite in coordinamento, si sono confrontate su contenuti e metodo del delicato negoziato in essere con la Direzione di Unicoop Tirreno sulla situazione di crisi che la Società sta attraversando.

Il dibattito sviluppatosi ha evidenziato la necessità di imprimere una svolta al confronto con la Cooperativa e l’urgenza di chiarire definitivamente la portata del programma di riduzione dei costi indiretti e centrali messo a punto dalla Direzione di Unicoop.
Il Coordinamento unitario, contestando il fatto che gli obiettivi dell’Impresa siano sottoposti a continua e sistematica modifica – sono infatti stati forniti dati contrastanti sul valore degli istituti a contenuto economico previsti dal CIA ed è stato richiesto l’anticipo del raggiungimento del punto di pareggio della gestione caratteristica all’esercizio 2018 (e non al 2019, com’era stato precedentemente detto dalla stessa direzione aziendale) – ha osservato che, di fatto, non siano garantite le condizioni per effettuare un confronto serio e credibile.
Infatti, il Coordinamento unitario ha ritenuto che la continua modifica dei dati e degli obiettivi oggetto del confronto abbia introdotto nelle dinamiche negoziali elementi di opacità che, se non superati, rischiano di minarne la tenuta.
Il Coordinamento unitario, in particolare, ha espresso un giudizio negativo sullo stato della trattativa, che è stato fortemente condizionato dalla scelta tattica di Unicoop Tirreno volta a porre al centro del confronto unicamente azioni di recupero impattanti sui livelli retributivi del proprio personale dipendente e, di fatto, completamente omissiva relativamente ai necessari interventi di razionalizzazione rivolti ad altre voci di costo (afferenti sia la gestione caratteristica che quelle finanziaria ed immobiliare).
Risultano, allo stato, assai nebulosi i programmi di riorganizzazione riguardanti la sede di Vignale (nella quale maggiormente si concentra l’esubero dichiarato dalla Cooperativa); permangono dubbi relativamente alla quantificazione dell’esubero complessivo e finanche in relazione alla scelta dei negozi ricompresi nella lista dei punti vendita connotati da andamenti gestionali critici da chiudere o da cedere; non sono stati finora illustrati i criteri seguiti dalla direzione aziendale per stabilire la consistenza dell’esubero insistente sulla rete vendita esclusa dal programma di chiusure e cessioni (surplus di personale originariamente quantificato in 95 e successivamente in 71,8 FTE); infine, appaiono strumentali le ragioni ostative al ricorso ad un ammortizzatore sociale diverso dalla CIGS per crisi (istituto che, fra quelli a disposizione, ha la durata più breve) addotte dalla Direzione.
Il Coordinamento unitario di Filcams, Fisascat e Uiltucs, anche al fine di ridurne l’impatto, ritiene necessario verificare con ulteriore attenzione la determinazione degli esuberi e dei criteri con cui gli stessi
sono stati individuati; inoltre, il Coordinamento ritiene indispensabile perseguire un accordo che preveda, sia per la sede che per la rete vendita, il ricorso ad un ammortizzatore sociale fruibile per tutta la durata del piano di risanamento, al precipuo fine di salvaguardare totalmente l’occupazione.
La ripresa del confronto, che per le OO.SS. potrà avvenire nelle date che si vorranno condividere, dovrà chiarire i tanti punti di merito sui quali la posizione aziendale è stata sinora ondivaga e reticente; se non si riscontrasse un’apprezzabile svolta nella posizione negoziale di Unicoop Tirreno, il ricorso a forme di mobilitazione già programmate si renderebbe inevitabile.

Intanto, prosegue l’attività della Filcams territoriale tra i lavoratori, nei giorni scorsi a Vignale si è tenuta una partecipata assemblea dei lavoratori, indetta dalle sigle confederali. In quell’occasione è stato fatto un punto sullo stato della trattativa, è stato chiarito che non è stata aperta nessuna procedura di mobilità, nè per la rete vendita, nè in sede, e i lavoratori hanno condiviso la linea delle tre categorie, cioè proseguire la trattativa, spingendo per ottenere un ammortizzatore sociale lungo, che traghetti l’azienda al rilancio.

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