Nei giorni scorsi si è svolto l’incontro con il Gruppo Unicoop Tirreno per la verifica dello stato della riorganizzazione della cooperativa. Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs hanno preso atto di una situazione particolarmente critica:
SEDE. L’utilizzo degli ammortizzatori sociali è stato assolutamente parziale, peraltro avviato senza un’intesa vera e propria sui criteri applicativi.
Questo potrebbe essere percepito positivamente, in realtà l’azienda non ha ridotto gli esuberi inizialmente dichiarati ma semplicemente non sta ancora affrontando l’efficientamento della sede in quanto non esiste il nuovo modello organizzativo preannunciato nel piano industriale.
CAMPANIA. La cooperativa ha confermato la volontà di non proseguire l’attività nei punti vendita di Arenaccia e Santa Maria Capua Vetere.
Sul destino delle lavoratrici e dei lavoratori nessuna parola è stata spesa dalla cooperativa: di fronte a notizie sempre più insistenti, diffuse anche nelle assemblee dei soci, di una chiusura prevista alla fine dell’anno e dell’evidente impossibilità di ricollocazione dei dipendenti, Unicoop Tirreno non è stata in grado di fornire alcuna argomentazione plausibile.
PUNTI VENDITA IN CHIUSURA. Sono state dichiarate le imminenti chiusure dei punti vendita di Vallerano, Porto S. Stefano e Barga.
In realtà durante l’incontro era stato annunciata anche la chiusura di Pisacane, poi rettificata tramite mail, la sera del 26 settembre stesso. Dopo la chiusura di Bettini e Montefranco e quella improvvisa di Anna
Frank a Livorno che non era prevista nel piano industriale, continua l’assurda incertezza sul destino di alcuni punti vendita, gli annunci di chiusure o cessioni nell’arco di pochi giorni o ore vengono rettificate, così è stato fin dall’inizio del confronto sul tema, è ormai impossibile dare fiducia alle parole spese dalla cooperativa.
IPERCOOP LIVORNO. L’impresa conferma che nel 2018 dovrebbe essere ridotta l’area vendita dello storico ipermercato di Livorno. Un’eventualità che determinerebbe ulteriori esuberi e che, secondo l’azienda, potrebbe essere compensata da nuovi investimenti sulla provincia, a riguardo però non è stato fornito nessun dettaglio. La scelta inoltre è assolutamente contraddittoria rispetto a quanto sta avvenendo nel Lazio dove invece vengono investite risorse sugli ipermercati e addirittura il supermercato di Colle Ferro è stato trasformato in Ipercoop.
TERZIARIZZAZIONE LOGISTICA. Inammissibile che a pochi mesi dalla firma dell’accordo, la cooperativa aggiunga elementi così critici che si ripercuotono negativamente sui lavoratori e su cui le organizzazioni sindacali hanno manifestato netta contrarietà.
AFFIDAMENTO A TERZI REPARTI PESCHERIA. Secondo la cooperativa l’affidamento a terzi delle pescherie di alcuni punti vendita sarebbe la soluzione per recuperare marginalità.
Per le organizzazioni sindacali invece è solo un modo per scaricare le criticità sui lavoratori aumentando gli esuberi.
Un precedente pericoloso su cui non c’è spazio di condivisione.
FLESSIBILITÀ. L’utilizzo spropositato di flessibilità positiva e fuori da quanto previsto dalla contrattazione è
inammissibile. Inoltre in alcuni punti vendita dove si sarebbe dovuta applicare la solidarietà per ammortizzare gli esuberi dichiarati nel piano industriale, si sta palesando la necessità di maggiori ore di lavoro.
Filcams, Fisascat e Uiltucs denunciano uno stato di incertezza che ritengono assurdo, ancora una volta la cooperativa non è stata in grado di fornire un programma a medio termine sull’attuazione del piano industriale, neanche su eventualità drammatiche come la chiusura dei punti vendita campani. Le uniche azioni certe sono quelle volte ad affidare a terzi parti delle attività, in netta contraddizione con l’obiettivo di internalizzare il più possibile annunciato in passato. L’incapacità della nuova Unicoop Tirreno di agire in modo organico è esattamente in continuità con quanto abbiamo potuto verificare in passato ed è una delle cause della crisi di Unicoop Tirreno.
Filcams Fisascat e Uiltucs dichiarano pertanto lo stato di agitazione. Di fronte a nuove urgenze occupazionali verranno messe immediatamente in atto azioni di mobilitazione.
Filcams Fisascat e Uiltucs ritengono che lo stato di agitazione sia un atto di responsabilità utile a richiamare Unicoop Tirreno e tutto il sistema cooperativo ad un maggior rispetto verso le lavoratrici ed i lavoratori, verso i soci e le relazioni sindacali.
FILCAMS/CGIL FISASCAT/CISL UILTuCS
La Filcams CGIL, inoltre, ha convocato un attivo dei delegati di UniCoop Tirreno dei territori di Livorno e Grosseto previsto il 6 ottobre 2017 a Follonica, a partire dalle 9 e 30 alle 13, nella sala del quartiere Cassarello (via Etruria, Largo Falcone e Borsellino) e la settimana successiva è prevista un’assemblea della categoria nella sede di Vignale, seguiranno comunicazioni ai lavoratori.
UniCoop Tirreno, proclamato lo stato di agitazione
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