Alla vigilia di scelte che, prioritariamente secondo logica governativa, prevedono l’immissione sul Mercato delle azioni del Gruppo Poste, il Conflitto Regionale non ha trovato una soluzione soddisfacente tra le parti: condizioni di lavoro, pressioni eccessive e improprie sul personale, assieme alla diffusa pratica di tentare di “fare a meno” di un confronto sindacale costruttivo e al ricorso indiscriminato a provvedimenti disciplinari privi dei criteri normativi di progressività e proporzionalità, sono alla base della impossibilità di intendersi oggi tra le parti.
Poste Italiane in Toscana vorrebbe semplicemente aspettare gli eventi- senza dubbio importanti- che potranno determinarsi a livello nazionale. Ma il Sindacato non ci sta.
“Abbiamo diritto a ricevere informazioni su trasferte, straordinario e prestazioni aggiuntive che non ci vengono fornite – chiarisce Giuseppe Luongo, segretario generale dell’Slc Cgil provincia di Livorno – Siamo contrari al progressivo indebolimento della rete di servizi che le Poste possono ancora offrire alle persone e alle comunità, innovandoli. Altro che chiudere Uffici e ritirare dal territorio i portalettere: una parte dei soldi che si incasseranno devono servire a rilanciare e rimodernare i Servizi, non a chiuderli!”
I lavoratori e le lavoratrici postali in Toscana chiedono risposte concrete, anche utilizzando gli strumenti che il CCNL prevede, ma che sono stati dimenticati od “oscurati” dalla controparte regionale: i sindacati chiedono che si aumentino le giornate di lavoro ai Part Time che hanno aderito alla Clausola Elastica, che si facciano le sportellizzazioni laddove servono e sono funzionali, che si smetta col fare “Buh!” alle lavorarici e ai lavoratori che mantengono col loro lavoro anche gli stipendi di una dirigenza non sempre all’altezza dei compiti.
“Forse qualcuno conta di affermare definitivamente una “cultura della paura” che noi di certo non possiamo accettare – conclude Luongo, il quale fa parte dell’esecutivo regionale Poste – Alla rottura non potranno che seguire indicazioni di lotta che, con la partecipazione dei Lavoratori e delle Lavoratrici, possono far riflettere meglio in management delle Poste in Toscana. E questo non potrà che fare bene, anche alla stessa Azienda”