«Nessuno può permettersi di mandare via a cuor leggero investimenti e opportunità di lavoro, bisogna fare il possibile per concretizzarli. Ma attenzione a non fare l’autogol di rincorrere un progetto futuro e far saltare quel che c’è già, magari con conseguenze peggiori. Non bisogna stravolgere il piano regolatore portuale: non si tratta di fogli e prescrizioni astratte, è in gioco il destino di numerose imprese, e dunque quello di molti posti di lavoro. È per questo che sarebbe indispensabile dar vita a una cabina di regia che valga come interlocutore unico a nome del nostro territorio di fronte al potenziale arrivo di investitori. Occorre avere una strategia, senza limitarsi ad aspettare che bussino alla nostra porta. Anche perché è tutto da capire se convenga davvero, in questo caso, dare una sterzata agli assetti che si stanno disegnando in porto con il nuovo piano regolatore”.