SPI Cgil di Livorno: “Allarme nuovo ISEE, è ingiusto”

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Lo SPI Cgil della Provincia di Livorno lancia l’allarme sul nuovo ISEE: almeno 3000 anziani nel 2015 saranno considerati ricchi ed esclusi da ogni agevolazione fiscale.
“Il nuovo ISEE – illustra Enrico Pedini, segretario dello SPI Cgil di Livorno- doveva risolvere alcune criticità sperequative del vecchio sistema che si basava su redditi autocertificati controllati a campione, doveva quindi garantire un giusto accesso per le fasce più deboli della popolazione ad alcuni servizi erogati dagli Enti Locali o l’accesso a esenzioni fiscali, invece siamo in una situazione di caos”.
Dal primo gennaio è entrato in vigore il nuovo modello ISEE appesantito da un’eccessiva burocratizzazione e la cui applicazione non è garantita per una situazione di caos tra gli Enti che dovrebbero elaborare, verificare e accogliere l’ISEE (banche, Inps, Agenzia delle entrate) “Ci sono molte perplessità sul nuovo calcolo dell’ISEE – prosegue Pedini – in quanto gli assegni sociali e le indennità di accompagnamento dovrebbero essere calcolati come reddito e ciò produrrà, solo a Livorno, almeno 3000 nuovi ricchi, nella fascia di età degli ultra sessantacinquenni”.
Una recente sentenza del TAR del Lazio (12 – 2 – 2014) non ritiene legittima tale inclusione, aumentando l’incertezza della nuova regolamentazione in quanto il dispositivo non sarà recepito immediatamente dallo Stato, senza contare che le Amministrazioni Locali non hanno ancora approvato regolamenti per attuare le nuove norme.
Le rivalutazioni del valore catastale degli immobili, degli appartamenti di proprietà, rappresentano, poi, per gli anziani un altro enorme problema “Abbiamo calcolato – chiarisce Pedini – che tutti i redditi ISEE aumenteranno di circa 4/5 mila euro:chi, per esempio, lo scorso anno aveva un reddito ISEE di 11 mila euro, quest’anno si ritroverà a 15 mila, purché la situazione patrimoniale, rispetto all’anno passato, sia invariata. Ciò comporta che molti di coloro che l’anno scorso erano esclusi dal pagamento delle imposte locali, perderanno il diritto alle agevolazioni. In questo conteggio sono inclusi anche quanti percepiscono una reversibilità da 7/800 euro al mese e, a questo punto, hanno la disgrazia di possedere un appartamento”.
Altra preoccupazione dello SPI è la disinformazione riguardo il modello 730 “Il 730 – prosegue il segretario – non arriverà a casa: potrà essere ritirato presso il CAAF, previa delega, oppure si deve andare all’Agenzia delle Entrate dove è disponibile il Pin personale, con cui entrare nel proprio account e verificare il proprio 730 presente nella casella personale. Un’avventura soprattutto per gli anziani, sicuramente meno esperti nell’utilizzo del computer e di internet”.
“Ci sembra – afferma Pedini – che ci sia un accanimento nei confronti degli anziani: con questo nuovo conteggio vanno ad annullarsi tutti gli accordi stilati negli anni con le Amministrazioni Comunali, volti a proteggere le fasce deboli della popolazione e, in alcuni Comuni, i fondi destinati al sociale, che avrebbero dovuto coprire un anno intero, sono terminati già a Giugno”.
A Livorno, con la nuova addizionale Irpef, la situazione è ancora più preoccupante: “Con l’ addizionale Irpef allo 0,8% uguale per tutti e non più scaglionata per fasce di reddito – sottolinea il segretario – i più poveri pagheranno di più: un aumento, sensibile per redditi alti, si rivelerà disastroso per le fasce deboli, particolarmente a Livorno, prima città italiana entrata in deflazione, dove il processo di impoverimento della popolazione non accenna ad arrestarsi, ma dove non si cerca di aumentare le risorse destinate al sociale, piuttosto si dibatte su come e chi dovrebbe gestire i servizi”.
Fuori da ogni discussione ideologica, secondo lo SPI, si dovrebbero fare i conti con le persone “Non possiamo assistere a un dibattito politico secondo il quale gli anziani sono un costo, tanto che si parla di dare vaucher alle famiglie, ventilando la chiusura delle case di riposo, prevedendo contributi che non basterebbero a garantire neanche l’assistenza domiciliare parziale – conclude Pedini – per questo noi chiediamo alle Amministrazioni Locali di predisporre e approvare il regolamento ISEE, di modificare le fasce di accesso alle prestazioni e, naturalmente, di aumentare le risorse destinate al sociale”.

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