Che sogno l’infermeria nelle scuole. Di Licia Mataresi segretaria generale FLC CGIL provincia di Livorno

La sperimentazione avviata al Liceo Cecioni rappresenta un’ottima iniziativa che dovrebbe essere generalizzata. La presenza di personale infermieristico, almeno in ogni istituzione scolastica, è la richiesta che da tempo avanziamo come FLC CGIL. Affrontare le mille esigenze che in una comunità scolastica si presentano spesso significa intervenire in urgenza non essendo possibile fare una valutazione degli interventi necessari, in assenza di specifiche professionalità assegnate alle scuole. Per il SSN può rappresentare, nella maggioranza dei casi (fortunatamente), un dispendio inutile di tempo e risorse per Pronto Soccorso che sono sempre in emergenza. L’iniziativa  del Liceo Cecioni con l’SVS è una risposta idonea e interessante. Questa iniziativa deve però far riflettere su tutte quelle situazioni  presenti  nelle scuole dove il personale  scolastico deve intervenire nei casi di malesseri passeggeri ma anche di patologie di vario tipo, per la somministrazione dei farmaci, per accudire ragazzi/e diversamente abili in assenza di un piano terapeutico supportato da figure essenziali e riconosciute professionalmente (non bastano corsi fatti da soggetti molto spesso non riconosciuti dal SSN). Se è  vero che la Scuola riflette la società in cui viviamo,  è evidente che l’attenzione verso i giovani, in questo caso studenti/studentesse, è scarsa e tendente unicamente al risparmio data la cronica assenza di risorse economiche. A nostro avviso, invece, ognuno deve avere il proprio ruolo e svolgerlo con competenza e responsabilità e per questo deve essere rispettato. Il personale scolastico rappresenta una comunità educante ed ha il compito specifico di formare gli alunni sotto l’aspetto culturale e sociale per renderli capaci di scelte creative e responsabili. Le  cure e le terapie farmacologiche è opportuno che vengano svolte dal personale specializzato, e certamente in primo piano per il lavoro di cura degli alunni/e diversamente abili per i quali mancano le figure adatte a interventi medici o paramedici. In nord Europa, per esempio, i diversamente abili possono contare su assistenti personali e paramedici quando siano necessari, che sollevano le persone stesse, le famiglie, i servizi educativi rendendo più umano e rispettoso tutto il processo.
Sarebbe l’ora di ammetterlo, nelle scuole serve la presenza dell’infermeria, invece di giocare allo “scarica barili” delle responsabilità, e curarsi del vero obiettivo che in questo caso sono la cura e la sicurezza degli alunni/e. Quindi ben vengano esperienze come il progetto del Liceo Cecioni con l’SVS, ma non è accettabile che si possa considerare un processo virtuoso per alcuni/e senza porci il problema per tutti/e. Quindi ringraziamo per questo progetto che accende la luce su questa carenza, ne auspichiamo però una generalizzazione con l’impegno e l’intervento di tutti i responsabili. Che le ASL o chi per essa (SVS etc), le amministrazioni regionali, comunali e provinciali si assumano le giuste responsabilità e investano opportune risorse. Che Livorno diventi un bel laboratorio di sperimentazione su temi come questo. Siamo consapevoli di chiedere un grosso sforzo ma riflettiamo quale enorme avanzamento in sicurezza, consapevolezza, responsabilità (sia da parte degli alunni ma in primis delle istituzioni) e quanti servizi adatti e vicini ai disagi di questa gioventù potremmo avviare. Ai giovani, che siamo molto spesso pronti a punire ma poco a supportare e a cercare di capire, potremmo affiancare strumenti davvero capaci di creare un benessere raggiungibile. Grazie a tutto il Liceo Cecioni e all’SVS.

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