Abbiamo cercato di spiegare la drammatica situazione casa, in occasione del confronto tra sindacati casa e consiglieri di tutte le forze politiche; il numero enorme di famiglie che perso il lavoro hanno perso la casa, la scarsa offerta di case popolari di risulta che vengono riconsegnate a CASALP (circa un centinaio all’anno) e tenendo conto della carenza di investimenti per fronteggiare il problema (contributo affitti e fondo per il risarcimento dei proprietari) riteniamo di vitale importanza per una programmazione del nuovo piano casa, elaborare una strategia articolata che individui pratiche nuove da affiancare alle politiche tradizionali.
MAGGIORI INFORMAZIONI DAGLI UFFICI COMUNALI.
Per proporre un progetto efficace di superamento della crisi abitativa, occorre intanto avere migliori e più tempestive informazioni dagli uffici comunali, sia dall’urbanistica che dal patrimonio, informazioni che fino ad oggi non sono mai state fornite in commissione disagio abitativo L.R.T 75/2012.
È evidente come sia di fondamentale importanza sapere per tempo lo stato di avanzamento nella realizzazione di nuovi edifici ERP in costruzione nei piani di recupero, il numero di appartamenti già finanziati e immediatamente cantierabili, e infine avere l’elenco di edifici pubblici non utilizzati, con condizioni strutturali discrete, che necessitano solo di lavori interni, eseguibili in gran parte in autorecupero, consentendo l’impegno di investimenti minimi, da parte del comune.
MAGGIORI INVESTIMENTI NELL’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA
La regione e il governo dovrebbero finanziare l’ERP e incentivare la messa sul mercato di alloggi privati a canoni sostenibili.
Poichè spesso mancano a CASALP i finanziamenti per un rapido ripristino e per la manutenzione straordinaria, che consentirebbe di aumentare l’offerta di edilizia sociale e visto che il Canone Concessorio che l’ente gestore ha versato e versa al comune dovrebbe essere vincolato a un utilizzo esclusivo nel settore case popolari, sarebbe importante verificare l’uso che di esso è stato fatto per capire l’incremento di alloggi prodotto, e se non sia più gestibile ed efficace per soddisfare la domanda crescente di alloggi economici e popolari, consentire un uso diretto di una quota da stabilire, a CASALP stessa.
Dal 2009 OTTO ANNI DI SFRATTI PER MOROSITA’ INCOLPEVOLE.
Oggi in una situazione del tutto fuori controllo, riteniamo necessario coinvolgere il sindaco e le forze politiche rappresentate in consiglio, perché si possa superare rapidamente questo grave deficit di collaborazione tra gli uffici che non consente una tempestiva informazione alla commissione istituita per dare risposte alle famiglie sfrattate per morosità incolpevole
Dal mese di settembre del 2015, quando l’ufficio casa ha informato ufficialmente i commissari riunuti per l’esame delle domande di rinvio delle esecuzioni di sfratti per morosità incolpevole, di aver esaurito ogni risorsa a sua disposizione per dare una sistemazione alle famiglie, come previsto dalle normative, minori malati handicappati e anziani sono stati privati di qualunque garanzia democratica e sostegno pubblico.
Dunque molte famiglie (a oggi piu di 70) sono finite in strada, a causa anche dell’atteggiamento incomprensibile di assoluta non collaborazione della prefetta, che non concede da tempo nemmeno più l’esiguo rinvio di due mesi, concesso dall’autunno del 2013 all’estate 2015 .
LE STRUTTURE PUBBLICHE ABBANDONATE E PIANI DI RECUPERO DA RIDEFINIRE
L’EX Caserma Lamarmora, il piu grande contenitore plurifamigliare a disposizione, è chiusa e i lavori stentano a partire senza che siano ben chiari i motivi di un ritardo record, il tormentato iter della delibera Chiccaia, per un uso di emergenza e temporaneo di alcune decine di appartamenti, si è arenato per mesi sulle scrivanie dei tecnici dei vari settori coinvolti e coordinati (malissimo!) dalla direttora generale.
Come non bastasse si e’ continuato fino ad oggi a riproporre a Schangay un piano ormai vecchio e superato, da tempo arrivato al capolinea (tanto da non essere piu allineato alle direttive regionali e dunque finanziabile) mostrando tutte le crepe e l’inefficacia degli strumenti obsoleti: ad ogni intervento programmato, si perde, insieme a meta’ delle case esistenti, l’occasione di progettare un reale recupero del quartiere, in termine di verde servizi e strutture di aggregazione sociale.
Intanto la situazione in città si aggrava, con centinaia di famiglie abbandonate dalle istituzioni, nonostante i diritti sanciti da ben due leggi dello stato, che occupano in stato di assoluta necessità.
D’altra parte gli edifici pubblici abbandonati e non occupati, costituiscono un gravissimo problema perché vengono spogliati e vandalizzati, causando un grande danno erariale, dopo aver speso soldi per valorizzarli (vedi es di casa Firenze) e dunque in ogni caso il mancato utilizzo delle strutture vuote e incustodite, provoca problemi di illegalità .
In attesa di avviare una verifica doverosa sullo stato delle famiglie occupanti e sui percorsi che li hanno portati alla perdita dell’abitazione, nell’immediato sarebbe auspicabile una decisione di giunta per autorizzare l’uso dei locali delle strutture pubbliche occupate, non essendo in grado di provvedere al momento in alcun modo a sistemare le famiglie che hanno perso casa e lavoro
INFINE: UN NUOVO PIANO CASA
Le soluzioni al problema non sono facili né semplici, tuttavia se riusciremo a mettere in campo un mix di interventi, dal tavolo istituzionale per trattare con enti , grande e piccola proprietà immobiliare, coop e banche creditrici, per consentire un avvio concreto dell’agenzia pubblica per affitti sostenibili, al cambio di uso di edifici pubblici giudicati idonei per l’autorecupero, aprendo con un bando pubblico per dare la possibilità agli aventi titoli, con poco reddito ma capacità e voglia di lavorare concretamente al recupero edilizio, potremmo riuscire a riprendere il controllo della grave emergenza e a mettere a disposizione case a condizioni di affitto sopportabile
Inoltre vanno studiate le condizioni di bilancio per consentire a CASALP un fondo annuale da stornare dal canone concessorio, per riattare e rendere assegnabili le case popolari ed è davvero tempo di rottamare i vecchi PR per progettarne di nuovi, al fine di migliorare la vivibilità dei quartieri e insieme di aumentare la dotazione di patrimonio sociale pubblico.
Insomma se non vogliamo trovarci nella necessità di attivare la protezione civile per istallare prefabbricati, come nel dopoguerra, per sistemare le vittime della spaventosa crisi economica, bisognerà cominciare una fase di discussione rapida e predisporre atti che consentano una programmazione di contrasto e governo dell’emergenza abitativa.
UNIONE INQUILINI – SUNIA – SICET – UNIAT – ANIA ASIA
Daria Faggi – Giancarlo Braccini – Geremia Merloni – Roberto Vivaldi – Murace – Giovanni Ceraolo