Gli operatori dello spazzamento di Livorno oggi si fermano per l’intera giornata, sciopero proclamato unitariamente dalle organizzazioni sindacali a causa della mancata applicazione del contratto Fise- AssoAmbiente per i nuovi assunti.
Lo sciopero, che avrebbe dovuto tenersi il 31 ottobre, è slittato per la volontà di lavoratori e sindacati di mantenere aperto un tavolo che, però, non ha portato a nessun accordo.
Dopo due mesi di lavoro dei sindacati per cercare una mediazione, tra azienda e lavoratori si riaccende un aspro conflitto e i motivi sono gli stessi che avevano portato al tavolo prefettizio del luglio scorso: l’azienda ha nuovamente assunto personale a tempo determinato senza applicare il contratto nazionale di settore, il Fise-Assoambiente previsto anche dal bando di appalto, ma il Multiservizi, con l’aggravante, stavolta, di non aver rispettato le forme di precedenza nelle assunzioni previste dagli accordi sindacali sottoscritti a livello nazionale.
“Avr ci riprova – sottolineano le organizzazioni sindacali – non richiama gli stagionali a cui era stata costretta ad appllicare il Fise, in violazione della clausola di prelazione prevista, ma chiama persone nuove a cui cerca di applicare il multiservizi, contratto peggiorativo delle condizioni di lavoro, sia in termini di diritti che economici”.
Restano in piedi naturalmente tutte le criticità che i lavoratori, le lavoratrici e le loro rappresentanze lamentavano già in estate: pessime relazioni sindacali, tensione che inficia il clima nell’ambiente di lavoro e mancato rispetto dei tempi vita lavoro, soprattutto per coloro che hanno carichi familiari importanti.
“Come se lo stato di agitazione e i passaggi prefettizi di tre mesi fa non fossero mai avvenuti – concludono i sindacati – gli impegni che l’azienda aveva assunto non sono stati assolutamente rispettati e oggi la situazione è divenuta intollerabile, l’assunzione con il multiservizi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e, questa volta, nonostante i dovuti tentativi di raffreddamento, non è stato possibile addivenire a forme di mediazione che scongiurassero la mobilitazione”.