Il nostro territorio, come quello di tutta la Toscana, ha bisogno di rimanere un’eccellenza dal punto di vista ambientale e di garantire sviluppo economico ai cittadini di oggi e di domani, i quali, comunque, hanno urgenza di risposte occupazionali. Ogni anno in Toscana vengono prodotte 12 milioni di tonnellate di rifiuti, di queste 2,3 milioni di tonnellate sono rifiuti urbani, i restanti sono rifiuti speciali e industriali. Chi vuole garantire sicurezza ambientale e sanitaria ai Toscani di oggi e di domani, non può girarsi dall’altra parte e non può in nessun modo Scaricare la responsabilità di rispondere a Questa fondamentale domanda: “Dove si vanno a trattare e conferire questi rifiuti?”
Le cronache di altre regioni italiane, purtroppo, raccontano quotidianamente il disastro ambientale derivante dal mancato controllo dei flussi dei rifiuti e solo una totale trasparenza e certezza della filiera dei rifiuti può dare a noi tutti sicurezza ambientale e sanitaria.
Per questi motivi come Funzione Pubblica CGIL di Livorno chiediamo alla Regione Toscana di approvare il progetto della fabbrica del futuro e di garantire la prosecuzione del Piano Industriale del sito di Scapigliato in quanto ne va della sicurezza di tutti i cittadini toscani.
Questa posizione non è insensibile alla legittima filosofia del “rifiuti zero” , ma chi ha responsabilità di governo e di rappresentanza, deve informare tutti con chiarezza dei 12 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti in Toscana ogni anno, di cui solo 2,3 milioni sono di origine urbana e, a oggi, solo 1 di questi é rifiuto differenziato, a cui si deve provare a dare nuova vita. Ma con altrettanta onestà bisogna dire a tutti i cittadini che i rifiuti differenziati non vengono riciclati al 100%, perché, per esempio, per ogni chilo di carta vengono prodotti 500 grammi di carta riciclata con altrettanti di fanghi e scarti che a loro volta devono essere o termo valorizzati o conferiti in discarica. Cosa impariamo Dal processo di riciclo della carta? Che, rifiuti 0 è un orizzonte da inseguire per obbligare l’innovazione tecnologica a efficientare quanto più possibile il riciclo dei 2,3 milioni di tonnellate di origine urbana, ma altrettanto onestamente, bisogna dire che rimangono sempre da smaltire i 10 milioni di tonnellate di rifiuti di origine industriale. Si comprende bene, che senza La possibilità di conferire quei 10 milioni di tonnellate si metterebbe in serio rischio l’Intera capacità produttiva della nostra Regione, con ricadute occupazionali gravi.
In nessun modo si vuole o si accetterebbe uno scambio occupazione a discapito della sicurezza ambientale o sanitaria, ma è proprio per garantire quest’ ultima che dobbiamo costruire una filiera trasparente dei rifiuti e, proprio per questo, sosteniamo il progetto della fabbrica del futuro perché, oltre a dare certezze di conferimento, sarà un impianto di proprietà al 100% pubblica, dove ancora di più si dovranno garantire assoluta trasparenza e buona occupazione. Non possiamo in nessun modo rischiare che il sistema produttivo, in assenza di impianti, conferisca i suoi rifiuti in modo incontrollato o Scelga di chiudere alcuni luoghi di lavoro. Ricordiamo a tutti che i lavoratori di Rea impianti sono circa 100 e con le loro famiglie vivono di questo lavoro , ma il problema dell’indotto assume dimensioni estremamente più grandi, perché sarebbe l’intero sistema produttivo ad andare in crisi con conseguenti migliaia di posti di lavoro a rischio.