“Il destino della rsa Pascoli resta vago: non esiste infatti ancora alcun atto formale che garantisca un futuro certo alla struttura. Le rassicurazioni fornite a mezzo stampa dall’amministrazione comunale non ci bastano affatto. Noi andremo avanti con la nostra battaglia: chiediamo che il futuro del Pascoli sia garantito da atti amministrativi formali. Fondamentale inoltre la previsione di una clausola sociale a salvaguardia di tutti i lavoratori.
“Problema solo rinviato a dopo le elezioni” Siamo davanti solo a un rinvio. Il problema del Pascoli si ripresenterà tra 2 anni quando terminerà l’appalto. Abbiamo bisogno di programmazione per dare risposta a una popolazione che ha un’età media che cresce. Le rsa devono essere potenziate. Serve una visione strategica: sarebbe inconcepibile lo “spacchettamento” di questo centinaio di posti letto tra piccole strutture private.
“Pascoli pubblico” Noi vogliamo un servizio pubblico che garantisca occupazione e servizi di qualità. Sia chiaro, non siamo contrari all’impresa privata. In questo caso però ci troveremo davanti a un’impresa privata finanziata con soldi pubblici perchè le quote sanitarie le paga la Regione, le quote sociali le paga il Comune mentre le pensioni e gli accompagnamenti sono pagati dall’Inps.
“Abbiamo fatto cambiar idea al Comune” Dobbiamo dire la verità: la volontà dell’amministrazioen comunale era di chiudere il Pascoli subito. Come? Bloccando ingressi nuovi nella struttura, portando progressivamente la capienza a soli 35 posti letto e poi approfittare l’anno successivo dei 35 nuovi posti che sarebbero stati accreditati in altre strutture. La manifestazione ha invece costretto l’amministrazione comunale a cambiare idea.
“Sul Pascoli si è voluto far finta di nulla” L’amministrazione non ha voluto affrontare il problema del Pascoli volutamente. E’ dal 2014 (anno in cui l’amministrazione comunale si è insediata) che si sa quali sono le condizioni strutturali della rsa. Il problema non è mai stato affrontato, si è preferito far correre il tempo. Dobbiamo anche notare che il Pascoli non dà risposte solo alla città di Livorno: il suo ridimensionamento ha ripercussioni anche sui cittadini bisognosi di Collesalvetti e Capraia.
“Quale sarà il futuro del settore sociale?” L’amministrazione comunale ha affermato più volte che Pascoli e Villa Serena sono strutture onerose. Addirittura Apolloni ha dichiarato che mantenere aperto il Pascoli significa esser costretti a chiudere gli asili. Noi chiediamo con forza il mantenimento dell’attività del Pascoli ma vogliamo anche capire quali saranno le ripercussioni sul settore sociale delle scelte dell’amministrazione comunale. Vogliamo perciò capire cosa prevede a tal proposito il bilancio di previsione e il Documento unico di programmazione.
“Pagati servizi non erogati” Da notare inoltre che proprio negli ultimi mesi, per scelta dell’amministrazione comunale, i posti al Pascoli erano scesi da 92 a 68: tanti cittadini bisognosi che avevano fatto richiesta non sono perciò potuti accedere alla struttura. Tutto ciò ha determinato anche un costo importante per il Comune visto che il pagamento del servizio avviene con la formula “vuoto per il pieno”. L’amministrazione ha di fatto pagato servizi per 92 persone che di fatto non sono stati erogati.
Monica Cavallini (segreteria confederale Cgil provincia di Livorno), Franca Taddei (segreteria provinciale (Spi-Cgil) e Giovanni Golino (segretario provinciale Fp-Cgil).