Forte preoccupazione per la situazione in cui versa la CTT Nord: questo l’allarme lanciato da Filt Cgil, Uilt, Ufl e Faisa.
In soli due anni e mezzo dal conferimento delle aziende storiche da parte dei Comuni alla CTT Nord, abbiamo assistito a un rapido e inesorabile declino, che ha portato l’azienda al tracollo finanziario e funzionale. Malgrado la disdetta di tutta la contrattazione di secondo livello, che ha abbattuto drasticamente il salario dei lavoratori e annullato le tutele normative, la situazione economica dell’azienda continua a peggiorare e i disservizi aumentano. L’azienda sta andando avanti solo ed esclusivamente grazie al credito bancario, per questo motivo, ogni mese, è in discussione la possibilità di retribuire gli stipendi e di pagare i fornitori. La continua riduzione di organico, tanto di personale conducente che tecnico, le ristrettezze economiche per l’approvvigionamento dei ricambi, sommate alla compressione non realistica dei tempi di percorrenza delle linee, sta facendo si che il servizio non sia erogato integralmente e saltino numerose corse.In considerazione del fatto che, da quasi un anno i sindacati hanno dovuto interrompere qualsiasi interlocuzione con l’azienda, dato il palese disprezzo da essa sempre dimostrato nei confronti delle corrette relazioni industriali, siamo a chiedere un confronto serrato e un intervento risolutivo ai soci di maggioranza pubblici.
Vorremo sapere da loro:
• a quanto ammonta l’interesse sul notevole debito bancario di CTT Nord
• quanti soldi stiamo perdendo per le corse non effettuate (considerato che le Provincie non dovrebbero retribuirle, altrimenti sarebbe uso improprio di denaro pubblico);
• quanto costano i dirigenti (quasi tutti espressione dei privati, che hanno un ufficio paghe a loro riservato con sede a Prato e che, per regolamento unilaterale, hanno una contrattazione individuale);
• perché molte aziende fornitrici sono riconducibili a vertici della CCT Nord;
• perché si è deciso di esternalizzare parte del servizio extraurbano a un’azienda il cui presidente era il medesimo di CTT Nord;
• per quale motivo i Comuni, pur essendo i soci di maggioranza, hanno concesso tutto il potere decisionale al socio privato, lasciando che dilapidasse enormi somme di denaro pubblico. Questi sono solo una parte degli argomenti che abbiamo la necessità di dibattere quanto prima, al fine di trovare soluzioni condivise. Non possiamo consentire che le amministrazioni si deresponsabilizzino rispetto a una così drammatica situazione che potrebbe sfociare nell’ennesimo massacro sociale.
Vogliamo un intervento attivo e risolutivo per la salvaguardia dell’occupazione e del salario, non il cordoglio per i licenziamenti.