Rinnovo Rsu nella Pubblica Amministrazione: “Atto di democrazia sindacale”

rsuDopo circa un anno di trattativa si sblocca la vertenza per il rinnovo delle Rappresentanza sindacali unitarie nel pubblico impiego. Ieri (11 aprile) all’ARAN le organizzazioni sindacali e l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni hanno sottoscritto un protocollo per la definizione del calendario delle votazioni per il rinnovo delle RSU, stabilendo nel dettaglio la tempistica delle procedure elettorali. Le votazioni tra gli oltre tre milioni di lavoratori pubblici si terranno infatti tra il 5 e il 7 marzo del prossimo anno, con lo scrutinio in programma l’8 marzo. “Anche se con un anno di ritardo finalmente siamo arrivati a questo importante risultato” ha commentato Marco Menicucci segretario generale Fp Cgil ” E’ fondamentale per i lavoratori avere l’opportunità di eleggere i propri rappresentanti, è un atto di democrazia sindacale. Nella nostra provincia gli aventi diritto saranno oltre 7500, le Rsu Cgil 51, mentre nel 2007 i delegati Cgil furono 129. Ci impegneremo per presentare candidati affidabili e di qualità”.

L’accordo chiude una vicenda iniziata circa un anno fa. Nel luglio dello scorso anno, infatti, l’allora Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, inviò una lettera all’ARAN per chiedere “l’urgente apertura del tavolo negoziale per definire il calendario delle elezioni delle RSU nei settori pubblici e della conoscenza”. Da allora le frequenti trattative e le sollecitazioni giunte dalle categorie della CGIL interessate e dallo stesso Segretario Generale, Susanna Camusso, che seguirono, si arenarono sulla definizione dei comparti e delle aree di contrattazione, come previsto dalla legge Brunetta. La CGIL, attraverso diverse iniziative, ha più volte sostenuto “la necessità di difendere l’esigibilità del diritto al voto per i lavoratori della pubblica amministrazione e del comparto della conoscenza e difendere così la contrattazione e il diritto di rappresentanza nei luoghi di lavoro”. In tutto ciò non va dimenticato il duro colpo inferto al raggiungimento di un’intesa unitaria dello scorso 4 gennaio quando a Palazzo Chigi si siglò un accordo separato, senza la CGIL, sui premi di produttività nel pubblico impiego, interrompendo di fatti “un percorso unitario che le categorie stavano costruendo”.

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