Dagli ultimi dati emersi nello studio pubblicato dalla Camera di Commercio emerge in maniera chiara come il turismo sia il settore che maggiormente cresce nel nostro territorio. Tutto ciò nonostante l’abolizione dei voucher: anche Confcommercio dovrebbe prenderne atto. Le recenti dichiarazioni dell’associazione invece ci preoccupano.
Serve turismo di qualità Se la proposta di Confcommercio per espandere il settore si basa sull’utilizzo dei voucher significa che si ha un’idea di turismo non sostenibile e non di qualità. Dichiarare che gli strumenti messi attualmente a disposizione per le imprese a conduzione familiare hanno costi troppo alti significa infatti concepire il turismo solo come forma di profitto. Ci preoccupa ancora di più che tali dichiarazioni siano formulate dal presidente di un’associazione datoriale che si è sempre fatta vanto della contrattazione collettiva e che ha sottoscritto con noi tutti i contratti che prevedono la gestione della flessibilità.
Il lavoro nero non si contrasta con i voucher Ci preme inoltre ribadire che il settore ha strumenti contrattuali e normativi che permettono già di gestire le eventuali varie situazioni di flessibilità legate alla stagionalità e ai picchi di lavoro: contratti a termine, part time verticale, apprendistato, contratti weekend, ecc. Strumenti che permettono di dare risposta sia alle aziende che ai lavoratori. Non c’è davvero bisogno di ricorrere ai voucher per contrastare il lavoro nero.
I voucher non tutelano i lavoratori La reintroduzione dei voucher rappresenta un arretramento delle condizioni dei lavoratori. Se infatti per le aziende la reintroduzione di tali strumenti permette un risparmio in termini di costi, per i lavoratori essa significa meno salario e niente copertura in caso di malattia, ferie e maternità. Non è finita: niente Tfr e niente diritto di precedenza su assunzioni. Senza contare le gravi ripercussioni sul riconoscimentento della Naspi. La pensione? Con i voucher diventa praticamente un miraggio visto la scarsa copertura previdenziale prevista.
Esistono già gli strumenti per la gestione dei picchi produttivi C’è poi davvero la necessiutà di concedere alle imprese altra flessibilità, oltre a quella che contrattualmente già esiste? Non siamo d’accordo nell’estremizzazione della flessibilità che prevederebbero i voucher, strumento che consente di pagare meno e di utilizzare praticamente a piacimento i lavoratori. Il settore ha bisogno di investimenti, di politiche di sviluppo, di lavoro di qualità e di salari dignitosi: non di destini incerti per tanti lavoratori.
Un codice etico del turismo Giusto combattere i finti ristoranti mascherati da circoli e/o da sagre come più volte abbiamo affermato e come ora dichiara anche il nuovo presidente dei ristoratori Confcommercio Giovanni Neri. Deve però essere obbligo di tutti sedersi a un tavolo per definire che tipo di turismo/commercio vogliamo sul territorio e che tipo di lavoro. Chiediamo perciò di iniziare a lavorare su quel progetto che in passato abbiamo lanciato: un codice etico del turismo, un bollino di legalità a tutela delle aziende serie e dell’utenza.
Tari giù per le aziende che rispettano diritti dei lavoratori Per quanto attiene all’abbattimento della Tari riteniamo giusto che questa sia abbassata solo per le aziende virtuose, cioè quelle che sono in regola con tutta una serie di parametri compreso quello dei tributi e del rispetto delle norme del lavoro. Non capiamo altrimenti per quale motivo dovrebbe essereci un premio per aziende che non rispettano e che evadono alcune norme di questo Stato.
Monica Cavallini,
segreteria generale Cgil provincia di Livorno
Pieralba Fraddanni,
segretaria generale Filcams provincia di Livorno
In foto: un estratto dell’articolo pubblicato da Il Telegrafo