La reintroduzione dei voucher in settori come il turismo e l’agricoltura – settori molto importanti per il pil livornese -avrebbe pesanti contraccolpi negativi su molti lavoratori della nostra provincia. E un territorio già in ginocchio per la grave crisi occupazionale non può rischiare di precarizzare ulteriormente rapporti di lavoro e redditi. La reintroduzione dei voucher a discapito dei normali contratti genererebbe
contraccolpi negativi diretti sui diritti e sulle tutele dei lavoratori. Turismo e agricoltura sono settori caratterizzati da una forte stagionalità ma gli stessi contratti collettivi nazionali di lavoro e le leggi a esso collegate prevedono infatti già gli strumenti di flessibilità in relazione alle esigenze connesse alla stagionalità e non solo (in agricoltura sono ad esempio previsti voucher per lavoratori studenti e per coloro che non hanno mai operato in questo settore mentre nel turismo sono previsti extra per gli eventi e i contratti a termine per le stagionalità). Non c’è affatto necessità di altra flessibilità, la nostra forte preoccupazione in merito alla reintroduzione dei voucher riguarda il venir meno di alcuni diritti che permettono ad esempio ai lavoratori stagionali o a termine di essere riassunti (diritto di precedenza), la forte riduzione del sostegno legato alla Naspi, i contraccolpi in termini di contributi previdenziali e
quelli relativi alle tutela della maternità, malattia ferie e permessi: tutti istituti che con il voucher per come lo abbiamo conosciuto non esistono. Solo per citarne alcuni.
Il provvedimento – se confermato – metterebbe inoltre in discussione quel modello partecipativo di democrazia diretta espressosi a livello nazionale con la raccolta di oltre 3 milioni di firme per l’abolizione dei voucher: non ci sembra affatto giusto soffocare in questa maniera la voce dei cittadini.
Chiediamo che il lavoro non venga considerato, solo come un costo prescindendo dal valore aggiunto che questo deve dare in termini di qualità e professionalità, specialmente in un settore come quello del turismo che s’interfaccia giornalmente con l’utenza e dove l’operatore diventa il biglietto da visita dell’azienda. Chiediamo pertanto di valutare attentamente qualsiasi scelta che potrà ridurre tutele e diritti già fortemente precari nel nostro sistema lavoro.
Monica Cavallini,
segreteria Cgil provincia di Livorno