Apprendiamo dalla stampa con estrema preoccupazione dell’evento rave dentro la TRW dove sappiamo della presenza di manufatti di amianto abbandonati. Leggiamo anche che l’evento non ha destato preoccupazione e che si è pensato che non sia stato necessario impedirlo per motivi non chiariti.
La CGIL ritiene inaccettabile che a distanza di 5 anni dalla chiusura della fabbrica l’area sia rimasta in abbandono totale nonostante il bisogno di lavoro e la posizione strategica dell’area.
All’epoca fu subito chiaro come l’area fosse una potenziale bomba ecologica per la presenza di fibre di amianto nel tetto (55 mila mq) e nelle pareti del capannone. La presenza di 55 pozzi per pompare l’acqua al fine di separarla dagli olii e avviarla allo smaltimento.
Osserviamo che l’azienda non solo ha potuto allontanarsi dal territorio abbandonando i lavoratori e le lavoratrici, ha potuto anche disinteressarsi della bonifica della zona che ha occupato lasciandola in condizioni pericolose per chi vive e lavora nella zona.
Prevenzione e non rimedi. Questo serve. Migliaia di giovani sono stati messi a rischio, al di là della legittimità di manifestazioni come i rave party. Nessuno ha avvertito l’esigenza di intervenire per segnalare il rischio strutturale e ambientale a cui sono sottoposti i lavoratori e gli abitanti della zona (da 5 anni) e, in particolare i tantissimi ragazzi e ragazze che hanno partecipato al rave.
La CGIL chiede alla ASL, all’ARPAT, alle istituzioni preposte e alla società TRW che si diano rassicurazioni in merito alla pericolosità e alla bonifica della zona. La Cgil chiede al Sindaco di Livorno di intervenire con decisione e che si valuti un’azione di bonifica immediata da imputare all’azienda. Il tempo è scaduto. L’azienda paghi la bonifica o si avviino iniziative di denuncia e di bonifica facendo causa e imputando all’azienda qualsiasi danno che ne sia derivato o ne possa derivare. Questo sarebbe un cambiamento di cui saremmo contenti di poter parlare. Ancora una volta si resta invischiati in procedure giuridico/burocratiche che dimostrano limiti e incapacità di proteggere la salute pubblica.
Patrizia Villa segreteria provinciale confederale cgil con delega alla sicurezza e all’ambiente