La Porto di Livorno 2000 è l’azienda trainante nel settore turistico a Livorno e i sindacati continuano a chiedere certezze per i lavoratori nel teatrino dell’assurdo venutosi a creare intorno al bando di gara per la cessione delle quote di maggioranza.
L’azienda, dopo una flessione dei passeggeri registrata nel 2013/14, ha iniziato a recuperare traffico, registrando nel 2016 una stagione sfavillante, con un aumento del 20% nei traghetti e del 15% nelle crociere.
Dal 2015, inoltre, il piano della sicurezza ha previsto nuove postazioni, cioè nuovi posti di lavoro per cui però sono state impiegate ditte esterne.
In azienda il personale a tempo indeterminato conta oltre 60 persone, dal 2008, però, sono circa 50 gli stagionali impiegati per 7 mesi e per i quali da tempo chiediamo una forma di stabilizzazione.
Questi 50 rientrano tra tutti quei lavoratori stagionali per cui l’intervento della Naspi non garantisce più una copertura finanziaria per l’intero anno solare, a maggior ragione si è reso più urgente un intervento in termini occupazionali, in un contesto aziendale dove il lavoro non manca e anzi si ricorre a ditte esterne per nuove figure professionali necessarie 365 giorni l’anno.
Purtroppo, però, le relazioni sindacali in azienda non sono buone, infatti, il CDA della Porto 2000, ormai da mesi, nega alle rappresentanze dei lavoratori un confronto sulle questioni occupazionali usando come scudo il bando di gara ancora in essere.
All’azienda ricordiamo che quei lavoratori, per la cui stabilizzazione ci viene negato il confronto, hanno contribuito fattivamente agli straordinari risultati che l’azienda sta ottenendo e proprio in virtù di questo dovrebbe rendergliene merito.
Invece, purtroppo, assistiamo da spettatori preoccupati alla diatriba tra armatori intorno al bando, per cui un concorrente si è anche rivolto all’Anac, una situazione prevedibile, che avevamo denunciato più volte e che puntualmente si è concretizzata visti i presupposti del bando, che ci è sempre sembrato poco esaustivo se non addirittura incompleto.
Anche la necessaria attuazione del P.O.T (Piano Operativo Triennale), premessa ineludibile della privatizzazione Porto 2000 e indicato prioritariamente nel Bando di Gara, rimane al momento un miraggio, un progetto che neanche in minima parte è stato realizzato.
Questa mancanza di chiarezza lascia i lavoratori in uno stato di incertezza impossibile da tollerare ed è dovere dell’azienda intavolare un confronto per informarli su cosa stia accadendo, il ricorso all’Anac è un campanello d’allarme che nessuno può permettersi di ignorare.
Una cosa però nel bando è assolutamente chiara: esiste una clausola sociale per i lavoratori a tempo indeterminato e per i precari a cui è impossibile sottrarsi e ne rivendicheremo l’applicazione.
Filcams CGIL, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil provincia di Livorno