Dopo una lunga battaglia, la vicenda Porca Vacca approderà in tribunale per quei lavoratori che non si sono piegati al licenziamento e a loro la Filcams CGIL, in prima linea nella rivendicazione dei diritti di questi lavoratori, offrirà piena assistenza e supporto.
Nasce un bambino e il padre non può assistere perché la macchina del fast food, purché made in Italy, deve andare avanti, senza tener conto di un evento così speciale, il lavoratore macchina deve essere produttivo, non può fermarsi, nemmeno per accogliere la vita: questo è l’episodio che apre il conflitto tra lavoratori e azienda nel nuovo punto ristoro Porca Vacca appena approdato in città, la goccia che fa traboccare il vaso in una condizione di lavoro troppo pesante da sopportare, per cui i lavoratori organizzano uno sciopero a sorpresa e incrociano le braccia.
Il sindacato Filcams è al fianco di quei lavoratori, alcuni di loro, troppo pochi, già sindacalizzati, a cui seguono altri che scelgono la rappresentanza CGIL, dopo aver assistito al modo in cui i funzionari di categoria stavano conducendo i tavoli di trattativa susseguitisi nei giorni convulsi di uno sciopero a oltranza, durante il quale l’azienda aveva sostituito gli scioperanti con lavoratori provenienti da altre zone della Toscana.
Era metà febbraio e da quel periodo parte una lunga trattativa tra Filcams e azienda per rivendicare l’applicazione del contratto nazionale di riferimento e il corretto inquadramento per i lavoratori, ma presto il ritrovato dialogo si trasforma in un braccio di ferro “Da subito – illustra la Filcams CGIL Livorno – l’azienda perpetua un clima sfavorevole nei confronti dei lavoratori sindacalizzati e alcuni vengono licenziati e sostituiti con personale a chiamata, con un contratto inferiore, quindi, e maggiormente precario, durante una serrata discussione per ristabilire corrette relazioni sindacali, partendo dal rispetto dei diritti”.
Il clima ostile nei confronti dei lavoratori sindacalizzati prosegue e, tra dimissioni e licenziamenti, a maggio sono 6 i lavoratori “ribelli” espulsi dal ciclo produttivo e la trattativa si interrompe “Non era più possibile proseguire le trattative, l’azienda è sempre stata sorda a qualsiasi richiesta – sottolinea la Filcams – i nostri lavoratori erano bersagliati e più volte abbiamo denunciato questa situazione nelle sedi opportune e pubblicamente”.
Arriva fine luglio e la situazione precipita quando altri 4 lavoratori, fra cui il delegato Filcams, vengono licenziati con un whatsapp: la lotta dei lavoratori si inasprisce nuovamente e durante le manifestazioni arriva l’appoggio morale della città “Purtroppo, nonostante il supporto arrivato dalla comunità livornese e dall’opinione pubblica, l’azienda non è tornata indietro– conclude la categoria – la vicenda Porca Vacca è proseguita nelle sedi normativamente previste, la DTL, Direzione Territoriale del Lavoro, dove 2 lavoratori hanno deciso di conciliare e 4 andranno avanti per vie vertenziali. A questi ultimi, che proseguono la battaglia per rivendicare il diritto a un lavoro in condizioni dignitose, umanamente ed economicamente, andrà il pieno appoggio della Filcams CGIL che si impegna a sostenere al loro posto anche le spese legali”.