A distanza di quasi due anni dall’inizio della pandemia le difficoltà dell’ospedale di Livorno purtroppo permangono. I contraccolpi negativi sulla cittadinanza dovuti alla carenza di personale sono sempre più evidenti, soprattutto in questi giorni in cui stiamo assistendo all’impennata di casi Covid. I cittadini che si recano al pronto soccorso spesso devono attendere molte ore per essere visitati o ricoverati: tutto ciò è dovuto alla carenza di personale infermieristico e tecnico sanitario, di OSS e di un adeguato numero di medici a disposizione.
La carenza di personale infermieristico e di dirigenti medici non permette di fornire adeguate risposte ai bisogni della cittadinanza. Una situazione inaccettabile, soprattutto in un periodo come questo in cui diventa quantomai fondamentale evitare che all’interno di determinati spazi si generino assembramenti pericolosi: servono pertanto posti letto aggiuntivi, e dunque un incremento di personale per poterli gestire.
Da quasi due anni i lavoratori e le lavoratrici della sanità stanno combattendo in prima fila questa durissima battaglia per poter garantire alla comunità le prestazioni di cui i cittadini hanno bisogno. Queste persone adesso sono stanche, hanno fatto e stanno facendo il massimo. La situazione sta diventando insostenibile, si rischia un’implosione. Non è certo sfruttando le prestazioni aggiuntive che si risolvono le criticità attuali: servono nuove assunzioni, e al più presto. Basta precariato: i lavoratori e le lavoratrici della sanità hanno bisogno di contratti stabili.
Riteniamo sia grave che in questi due anni la direzione aziendale non sia stata in grado di prevedere ed organizzare i servizi in relazione alla nuova ondata pandemica: l’assenza di programmazione ci fa sempre correre dietro all’emergenza. Sicuramente non è la soluzione continuare a spostare i pazienti da un reparto all’altro variando continuamente la funzione dei reparti: in questo modo c’è infatti anche il rischio che si generino bolle di pazienti infetti. Lo stesso vale per i lavoratori che vengono spostati da una Unità operativa all’altra aumentando il rischio di contagi per gli stessi.
Per sopperire alla nuova ondata pandemica occorre assumere immediatamente personale dalle graduatorie pubbliche e non creare ulteriore precariato ricorrendo alla somministrazione di lavoro che fra l’altro ha costi ben diversi.
Fino ad ora i servizi sono stati garantiti dalla professionalità e dall’abnegazione dei lavoratori che si sono sobbarcati negli ultimi mesi oltre 120mila ore di attività aggiuntiva per garantire i servizi all’utenza. Adesso basta! Siamo allo stremo!
Fino ad oggi l’Azienda sanitaria ha fornito poche risposte al territorio. Siamo stufi: i cittadini e i lavoratori sono stanchi delle solite promesse, adesso si meritano i fatti. E’ arrivato il momento di cambiare rotta. Noi non siamo più disposti ad aspettare. In mancanza di risposte concrete, ci mobiliteremo in tutti i modi possibili per provare a cambiare il sistema.
Monica Cavallini
vicesegretaria generale Cgil provincia di Livorno
Andrea Rizzini
Fp-Cgil provincia di Livorno
Simone Assirelli
Fp-Cgil provincia di Livorno