«IL QUADRO che abbiamo di fronte è difficile e complicato ed ognuno dei soggetti interessati deve provare a fare la propria parte per salvare e consolidare il lavoro». A lanciare un grido d’allarme che è anche una scommessa sulla situazione Magona, alla vigilia dello stop programmato di un mese, è la Cgil con Maurizio Strazzullo e Giuseppe Bartoletti.
Quali sono le vere difficoltà in ArcelorMittal Piombino?«Sono rappresentate dalla perdita economica e di competitività sui prodotti laminati, derivata dalla concorrenza di imprese provenienti da paesi in via di sviluppo, che avendo a disposizione manodopera ed energia a costi inferiori, sono in grado di offrire sul mercato prodotti a prezzi inferiori rispetto alla Magona. Non possiamo permettere che questa difficoltà, pregiudichi il futuro dell’intero stabilimento».
Ci sono le condizioni per recuperare competitività?«Noi riteniamo di sì, Magona può recuperare competitività e quote di mercato anche sui laminati e consolidare la sua presenza sul nostro territorio. D’altro canto la scommessa che tutti abbiamo di fronte è quella di rendere competitivo lo stabilimento e per far questo la riduzione dei costi è un terreno sul quale il sindacato non si è mai tirato indietro, salvaguardando, ovviamente i diritti dei lavoratori. Altrettanto sicuramente, saranno disposte a fare le istituzioni.Perciò, se c’è un modello organizzativo che può dare una risposta a questo tema, va affrontato coniugando gli interessi dell’azienda con i diritti di chi lavora».Ma la Magona va guardata in prospettiva. «Certo, i nuovi modelli organizzativi che saturano alcune linee di produzione eliminando tra l’altro la cassa integrazione, sono sicuramente importanti, ma dovranno essere accompagnati anche da proposte in grado di ridurre i costi dell’energia, sono tutte scelte funzionali ad un bisogno primario che è quello di fare investimenti per innalzare la qualità e la quantità della produzione, in modo da rispondere a quelle che sono le sollecitazioni di un mercato sempre più esigente. E’ questa la vera scommessa che abbiamo di fronte ed è questo quello di cui la Magona ha bisogno per consolidarsi e garantire il lavoro anche in prospettiva. Senza una politica di investimenti mirati, rischiamo per il futuro di “vivacchiare”, e per noi il lavoro manifatturiero è una parte importante dell’economia di questo territorio e la sua difesa è una delle priorità del nostro sindacato».