Venerdì prossimo 26 luglio i lavoratori della Lucchini e delle imprese dell’indotto incroceranno le braccia per 4 ore, dalle 9 alle 12, e manifesteranno contro la chiusura dello stabilimento e per costruire un nuovo progetto, che tenga conto di tutti i lavoratori, per difendere e sviluppare Piombino e il nostro Paese. Il tempo è scaduto e per la Lucchini non si sono fatti avanti compratori disposti a rilevare lo stabilimeto. “L’incontro di Roma al Mise ha confermato tutte le preoccupazioni gia’ presenti nello stabilimento: la mancanza di acquirenti dell’intero ciclo produttivo mette in discussione il futuro di Piombino e della siderurgia in italia” commenta Luciano Gabrielli segretario generale Fiom CGil “I piani presentati da Nardi prevedono chiusure impianti con tagli del personale da 500 fino a 4000 persone. La situazione e’ grave, il commissario intende chiudere l’area a caldo e spengere l’altoforno il 30 settembre: questo è un atto irresponsabile, non è pensabile mettere a casa piu di 2100 persone senza un futuro. L’unica proposta nell’immediato è quella creare una sinergia con Taranto facendo bramme di qualità, è una soluzione per prendere tempo allungando la vita dell’altoforno di 18 /30 mesi, il tempo per avere un nuovo progetto capace di trovare consenso e finanziamenti in Europa. Fiom Fim e Uil continueranno a battersi per avere un futuro e per non disperdere i risultati sinora ottenuti, porteremo avanti le proprie idee, contro gli egoismi e le divisioni che si possono presentare, questo progetto deve andare avanti”. La manifestazione partirà alle 9 dal cavalcavia Largo Caduti sul lavoro (ex Ilva).
18 LUGLIO 2013 “Lucchini non può più aspettare, il tempo a disposizione sta inesorabilmente finendo ed è necessario percorrere rapidamente tutte le possibilità per salvare lo stabilimento e i livelli occupazionali che questa realtà produttiva rappresenta per il territorio, per la Toscana e per l’Italia” questo l’appello del segretario generale Maurizio Strazzullo. “La Crisi della Lucchini non è infatti solo un problema piombinese, ma è viceversa un problema che riguarda la prospettiva dell’attività industriale e manifatturiera della nostra regione e di tutto il paese. riteniamo che il settore siderurgico sia strategico per la nostra economia. In mancanza di un acquirente, l’unica strada ad oggi percorribile per mantenere inalterata le possibilità di salvaguardare lo stabilimento di Piombino è quella di individuare una sinergia con l’Ilva di Taranto. Il tempo non è una variabile indipendente, pesa il ritardo della conversione in legge del decreto per il commissariamento dell’Ilva e la nomina a commissario di Bondi, giudicati essenziali affinchè il governo possa convocare formalmente i due commissari Bondi e Nardi così come promesso dal sottosegretario De Vincenti, per verificare e favorire una sinergia tra i due stabilimenti. Infatti se la produzione dell’ILVA dovesse subire un ridimensionamento a seguito dei provvedimenti della Magistratura di Taranto, Lucchini potrebbe garantire la produzione di semilavorati, tradizionalmente prodotti da Taranto, da destinare principalmente a Genova. E’ il Governo quindi, nel quadro di un diverso impulso da dare a tutta la politica industriale nazionale, che deve attivarsi da subito affinchè si creino le condizioni di un rapporto di collaborazione tra l’ILVA e Lucchini, per non disperdere una opportunità di importanza vitale per il nostro territorio e per il settore siderurgico Italiano. Ogni settimana o giorno che passa, rischia di aggravare la già critica situazione dello stabilimento Piombinese”.