LIVORNO, “SPORT OLTRE LE SBARRE”: IERI PARTITA DI CALCIO TRA CGIL E DETENUTI

LIVORNO, “SPORT OLTRE LE SBARRE”: IERI PARTITA DI CALCIO TRA CGIL E DETENUTI
comunicato stampa + riflessioni dei partecipanti
👉 Anche una rappresentativa della Cgil ha partecipato all’iniziativa “Sport oltre le sbarre” tenutasi ieri presso la casa circondariale di Livorno. All’interno del campo allestito presso “Le Sughere” si è tenuta prima una partita di calcio tra una rappresentativa della Cgil e una squadra composta da detenuti. Più tardi si è disputata una partita di rugby tra la squadra di detenuti “Pecore Nere” e una rappresentativa di atleti delle squadre della categoria Old Toscana.
All’interno della rappresentativa della Cgil hanno giocato anche una donna e due iscritti che nel corso della settimana aiutano Paolo Stringara e Ermanno Romano nell’allenamento della squadra dei detenuti.
Quella di domenica è stata una meravigliosa giornata di festa all’insegna dello sport e della socialità. Uno dei momenti più belli è stato il cosiddetto “terzo tempo”. I detenuti hanno infatti offerto ai componenti delle altre squadre pizze, frati e hot-dog preparati da loro. È stato un momento importante di condivisione a cui hanno partecipato anche gli stessi familiari dei detenuti.
L’auspicio è che con queste iniziative si riesca a regalare ai detenuti qualche momento di spensieratezza e di leggerezza. Nei loro volti abbiamo visto sorrisi sinceri. Ogni abbraccio che abbiamo ricevuto da loro ha generato un’emozione difficile da descrivere.
Ringraziamo gli organizzatori e tutto il personale della casa circondariale per l’impegno dimostrato.
Le iniziative della Cgil all’interno del carcere proseguiranno anche nei prossimi mesi.
Cgil provincia di Livorno
🖋 LIBERI DENTRO
“Sono sempre felice, sai perché? Perché io non mi aspetto niente da nessuno, l’attesa fa sempre male.”
William Shakespeare era un intenditore di speranze umane, uno che sapeva cogliere ogni attimo della vita.
Ed ogni attimo della vita possiamo coglierlo chiunque di noi, nel nostro piccolo, possiamo dare occasioni a chi ha bisogno di sostegno, a chi sa di aver sbagliato una scelta e paga con la privazione della libertà il prezzo.
Noi ragazzi, anche se attempati, che indossiamo la maglia della CGIL Livorno, abbiamo partecipato ad un evento sportivo e di grande valore umano.
La domenica sveglia già di primo mattino, il caffè per una colazione veloce, ma che sprint per mettere in circolo quella sensazione bellissima: ”Mi godo la giornata!”
Il ritrovo alla Casa Circondariale è per le 8,30. Siamo li, con la sicurezza che sarà una bellissima esperienza, una possibilità abbiamo, di giocare, divertirci, ma anche di stare insieme.
Perché è proprio il CONDIVIDERE con gli altri il nostro marchio, il motivo per cui la nostra squadra di calcio è nata anni fa.
Non si cerca la vittoria, ma LA VITTORIA. La vittoria dei nostri principi, della speranza del genere umano, la voglia di rivoluzionare le nostre vite, ed incoraggiare gli altri a farlo.
Si avete letto bene, la Casa Circondariale.
E’ già qualche mese che abbiamo accettato l’invito di Paolo Stringara ed Ermanno Romano, i due allenatori che seguono i ragazzi nel gioco del calcio, un progetto affascinante giocare contro i ragazzi, un modo di poter usare la parola EVASIONE.
Perché nel calcio si parla di ricerca dello spazio, si gioca nello spazio aperto e in quelle due ore veramente ogni barriera cade.
In questi mesi siamo sempre stati accolti con simpatia ed ogni volta dopo i saluti i ragazzi hanno sempre espresso un ringraziamento sincero, qualcosa che è raro nel mondo esterno.
Ma ad essere sinceri, siamo noi a ringraziare loro, con la loro esperienza fatta di tristezza e rammarichi, fatta di errori nel passato e pronti a voler rimettersi in gioco. Questa occasione di
contatto con l’esterno ha portato loro un iniziale velo di sorriso, pian piano trasformatosi in felicità ogni volta che “SI GIOCA”.
Contagioso? Si anche. Tanto che Valerio, Katia e Federico hanno manifestato la loro disponibilità ad aggiungersi a Paolo ed Ermanno per allenarli, ed il permesso è arrivato.
Ad ogni allenamento si suda, si scherza e si gioca. Perché è questo che vogliono…per vincere.
Tornando alla domenica mattina, la Mister e “Presidentessa” Monica è la prima ad arrivare all’esterno della “Casa”.
I ragazzi (chiamiamoci così) arrivano entro poco, e via alla routine del controllo documenti per l’ingresso nella struttura. Siamo due squadre ad entrare…noi del calcio e una squadra di rugby, una
rappresentativa ”OLD Toscana”.
Strano entrare tutti assieme, ma il bello è stato entrare con un unico scopo. La sensazione di essere in un mondo diverso non la si accoglie in pieno, perché è una giornata particolare: i ragazzi della “Casa” giocheranno dinanzi alle loro famiglie, sia a calcio che a rugby.
Ed è questo che importa: loro e le loro famiglie, i due sport sono per la festa.
A noi della CGIL manca qualche giocatore per lavoro, quindi Paolo ha chiesto ed ottenuto che il numero fosse colmato da un terzetto della “Casa”.
I ragazzi della casa si impegnano in entrambi i match, ma è la cornice che è piacevole vedere e sentire… come se fosse una giornata al parco. Addirittura un bambino è entrato a giocare con
noi…applausi.
Non importa vincere, ma VINCERE, perché sia stato giusto e bellissimo aver partecipato alla loro festa.
Un’emozione sempre unica per tutti noi, mai banale, mai uguale, ma ha toccato le corde di ognuno di noi, orgogliosi e fieri di aver partecipato.
Lo spirito con cui siamo entrati in campo è stato quello giusto, del resto nessuna importanza, non è competere, è completare il quadro, l’affresco.
La loro è stata LA GIORNATA.
Le due squadre hanno sicuramente portato con la loro presenza il sapore di esterno, quello che loro desiderano.
L’idea di esserci, essere semplici, non lasciarsi andare al giudizio (quello lasciamolo agli altri), ma capire, o perlomeno cercare di comprendere.
Il filosofo greco Socrate durante un dibattito, disse: ”Non è che so tutto. Io so di non sapere!”. Noi neppure sappiamo, ma ci impegniamo per imparare. Quel muro, quel cancello, quel senso di distanza per 3 ore è svanito, come una coltre nebbia si
dirada.
Per tutti e tutte noi è stato un piacevole privilegio esserci, aver condiviso con loro un evento conclusosi con qualcosa a noi sconosciuto.
Un terzo tempo rugbistico grazie ai ragazzi della cucina della “Casa”, in cui hanno offerto pizze, hotdog e frati con tanto di torta finale con su scritto “W LO SPORT”.
Perché lo sport accomuna, unisce non divide.
L’ignoranza divide, e non unirà mai.
“Il rumore sordo della porta della cella quando si è chiusa non lo dimenticherò mai!!!”
-Katia-
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