Livorno: porto settore trainante, ma restano crisi irrisolte e precarietà

portoIl Nidil CGIL e la Filt CGIL della provincia di Livorno chiedono alle imprese portuali e alle Istituzioni che si rispetti quanto previsto dal “Patto per il Lavoro” e vengano risolte le crisi e marginalizzata la precarietà nel settore considerato traino dell’economia cittadina, il porto di Livorno.

“Dopo anni difficili nell’ambito portuale si muovono timidi segnali di aumento dei traffici e anche l’occupazione dà tenui segnali di ripresa – illustrano le categorie – Alcune imprese portuali, infatti, hanno fatto assunzioni o si preparano a farle. In porto, però, permane tutt’ora un gruppo di Lavoratori , quelli di Lucarelli Terminal Livorno, in cassa integrazione da mesi che rischiano di perdere il posto di lavoro già nei prossimi giorni e altri che vivono da anni stretti nella morsa dell’incertezza e della precarietà, i lavoratori di Intempo, l’agenzia interinale che somministra i lavoratori ad ALP”.
“Come Nidil e Filt – proseguono le segreterie – crediamo che questa forza lavoro già professionalizzata e formata sulla sicurezza, sia una risorsa importante per tutto il porto e che sia corretto, oltre che vantaggioso, che le imprese operanti in area portuale coinvolgano prioritariamente tali lavoratori nei processi di selezione e assunzione del personale”.
Le due categorie sono impegnate da una parte a proseguire nei percorsi di stabilizzazione, anche attraverso l’assunzione all’interno delle stesse agenzie interinali, sistema consolidato già in altri porti d’Italia, dall’altra a impegnare Istituzioni , rappresentanze datoriali e imprese in un patto sociale più stringente “Il tavolo per il lavoro deve essere aggiornato – puntualizzano – per far sì che i lavoratori e le lavoratrici dell’articolo 17 e i somministrati interinali diventino il bacino di professionalità da cui si attinga prioritariamente in caso di aumento degli organici, fatti salvi esuberi e crisi delle imprese”.
La soluzione delle eventuali crisi non legate a cali di traffico, il consolidamento delle buone pratiche di gestione della formazione e delle assunzioni possono generare un modello di sviluppo positivo di cui la città tutta ha disperatamente bisogno “Non esistono obblighi di legge in tal senso – concludono le due categorie della CGIL – ci chiediamo quindi se la città di Livorno sia in grado di rispondere a questo appello, noi come sempre saremo dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori ”.

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