“Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro”. Questa frase non è una dichiarazione di un esponente della Cgil: è il comma 3 dell’articolo 51 della Costituzione italiana. Stupisce dunque che l’avvocato Francesco Ferrari – adesso sindaco di Piombino – non ne sia pienamente a conoscenza. Delle due l’una: o Ferrari non conosce la Costituzione o la considera carta straccia e dunque non la rispetta. Le dichiarazioni di Ferrari in relazione al dottor Giacomo Termine hanno dell’incredibile e confermano quanto avevamo sospettato: il licenziamento in realtà è stato determinato da motivazioni politiche, precedente pericoloso per ogni lavoratore pubblico di qualsiasi colore politico. L’amministrazione comunale di Piombino in questo momento non sta garantendo la piena applicazione di un sacrosanto diritto garantito dalla Costituzione. Facciamo dunque appello al Parlamento e al Ministro competente affinchè si intervenga immediatamente sulla questione e si torni a garantire anche a Piombino il pieno rispetto della Costituzione. Chiediamo inoltre che della questione se ne parli al più presto anche in consiglio comunale, magari tramite l’istituzione di una commissione speciale. L’auspicio è che l’amministrazione comunale piombinese annulli la decisione di recedere dal contratto di lavoro instaurato con il dottor Termine: sarebbe un segnale importante non tanto per far felice la Cgil quanto per dimostrare che anche a Piombino si rispetta quanto previsto nel dettato costituzionale. Ferrari dimostri insomma di essere il sindaco di tutti non solo a parole ma anche con i fatti.
Fabrizio Zannotti,
segretario generale Cgil provincia di Livorno