Legge di stabilità: I sindacati ancora in piazza. Manifestazione a Firenze.

14dic13Largo Annigoni si è riempito stamattina dalle 10 alle 12,30 per il presidio indetto da Cgil, Cisl e Uil della Toscana, sulla scia delle iniziative programmate dai sindacati confederali nazionali per chiedere a Governo e Parlamento la modifica della Legge di Stabilità: meno tasse sul lavoro e sui pensionati, rifinanziamento delle Cassa integrazione, investimenti pubblici, recupero dell’evasione tra gli interventi richiesti. In Largo Annigoni erano presenti lavoratori e sindacalisti di tutte le province toscane (insieme a studenti delle superiori e delle università), accolti e “rifocillati” dal gazebo allestito da Cgil Toscana e allietati dalla musica dei ‘Mediterranea’ e della street band ‘Magicaboola Brass Band’. Sul palco sono saliti a raccontare le proprie storie di lavoro in crisi prima tre delegati sindacali (Chiara Rossi, lavoratrice di Mps, Leone Barilli, lavoratore del Maggio Musicale Fiorentino, e Stefano Nuti, pensionato). Poi è toccato a Mamadou Sall, lavoratore e delegato Cgil della Capp Plast di Campi Bisenzio nonché esponente della Comunità senegalese fiorentina: ha ricordato il secondo anniversario, caduto ieri, della strage dei suoi connazionali in piazza Dalmazia, “strage perpetrata e premeditata da una mano razzista e fascista. Ringrazio i sindacati per l’appoggio alla nostra comunità e tutti quelli che nella mia azienda mi hanno votato, segno che l’Italia è un Paese aperto agli stranieri. Noi chiediamo solo, se non la cittadinanza, almeno un po’ di burocrazia in meno per rinnovare i permessi di soggiorno”. Dopo i segretari generali di Cisl Toscana (Riccardo Cerza) e Uil Toscana (Vito Marchiani), ha concluso la giornata Alessio Gramolati. Il segretario generale di Cgil Toscana ha voluto con sé sul palco Franco, ex lavoratore della Isi, l’ex Electrolux di Scandicci che ha chiuso da tempo i battenti, e Matteo, lavoratore della fiorentina Seves che ha appena annunciato di voler chiudere. “Siamo qui, ed oggi è importante essere qui, anche per guardarci intorno. A Prato recentemente per lavorare sono morte sette persone, due anni fa a Firenze sono morti due senegalesi e altri sono stati feriti, è una sconfitta anche per noi ma non tutti hanno le stesse responsabilità. In un momento in cui tutti parlano di sé, noi parliamo di chi il lavoro lo ha perso, come Franco, di chi potrebbe perderlo, come Matteo, di chi aspetta risposte di civiltà, come Mamadou. Tutti e tre chiedono cose da Paese normale. Ma siamo un Paese strano: si tassa più il lavoro di chi specula in borsa, protestano quelli che non vogliono pagare le tasse, ma l’Italia si salva rispettando chi è onesto, l’Italia si salva solo con più legalità. E’ bello vedere oggi bandiere diverse nella stessa piazza, per noi le identità vengono dopo le esigenze dei lavoratori. Più uniti siamo più forti, ricordiamocelo”. Gramolati ha lasciato poi la parola a Franco dell’ex Isi (“a gennaio io e altri 120 saremo senza lavoro né ammortizzatori sociali, non dimenticateci”) e a Matteo della Seves (“siamo vittima della mannaia dei fondi di investimento, anche chi ora sta bene ci aiuti a difendere il lavoro perché perderlo può capitare davvero a tutti ormai”). tgProsegue la mobilitazione di CGIL CISL e UIL per cambiare la Legge di Stabilità. Sabato 14 dicembre a Firenze alle ore 10.00 in Largo Annigoni si terrà una manifestazione.

Dopo lo sciopero nazionale unitario che si è articolato nelle prime settimane di novembre, le tre Confederazioni hanno annunciato una giornata di mobilitazione nazionale.  “E’ il momento di dar vita ad una grande mobilitazione” ha dichiarato il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, una straordinaria mobilitazione che “provi a raggiungere quel mondo che forse non crede più che è possibile cambiare le cose”. “Bisogna riaprire il confronto con il Parlamento e il Governo” ha proseguito il Segretario Generale della CGIL. “L’obiettivo da raggiungere è aumentare la domanda e ridurre la tassazione sul lavoro. Se questi obiettivi non saranno raggiunti nella legge di stabilità resteranno comunque un nostro obiettivo”. Oltre al tema centrale della riduzione della pressione fiscale sul lavoro, Camusso ha ricordato altri due temi temi a cuore del sindacato, due “emergenze”: gli esodati, definito un “problema di giustizia” e gli ammortizzatori sociali: “serviranno sempre più ammortizzatori in deroga e bisognerà fare ricorso ai contratti di solidarietà, non si può pensare solo a licenziare”. “Noi non smobilitiamo. Non ne possiamo più di infiniti annunci” ha conlcuso Camusso.

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