“Bisogna tutelare i lavoratori della galleria commerciale Fonti del Corallo, quando chiude un negozio non possono essere scaricati come valigie: serve una clausola che garantisca la loro continuità occupazionale all’interno della struttura”. Monica Cavallini, segreteria confederale Cgil Livorno, è intervenuta con queste parole nel corso della terza commissione consiliare. “Nelle ultime settimane – ha dichiarato Cavallini – abbiamo assistito a una preoccupante emorragia occupazionale: molti negozi chiusi, 47 posti di lavoro saltati o in procinto di saltare. Serve invertire la tendenza”. La dirigente sindacale si è focalizzata sul rapporto tra Igd e i singoli negozi della galleria: “La proprietà concede gli spazi commerciali attraverso la formula dell’affitto del ramo di azienda. In questo modo non c’è alcuna tutela per i lavoratori: quando un negozio chiude, essi vengono scaricati come valigie. Per il negozio che subentra non c’è alcun obbligo di riassumere quegli stessi lavoratori”. Secondo Cavallini questo “non è giusto”, bisogna “raggiungere un accordo per tenere legati i lavoratori al posto di lavoro”. Serve insomma “una clausola che garantisca la continuità occupazionale” all’interno della galleria commerciale. In che modo convincere le aziende? Il sindacato propone di percorrere la strada della “premialità”: “Le aziende da questo punto virtuose andrebbero premiate, magari con una riduzione della Tari”. Stesso ritornello da parte di Marco Ghezzani della segreteria provinciale Filcams: “E’ stato lo stesso ministro Luigi Di Maio a sostenere che si devono premiare le aziende virtuose. Chiediamo pertanto che l’amministrazione comunale si attivi per studiare incentivi a favore di quelle aziende che tutelano la continuità lavorativa”. Esattamente un anno fa la questione “etica” fu al centro del dibattito sulle condizioni di lavoro al “Porca Vacca”. Cavallini ha a tal proposito chiesto di riprendere la discussione sull’atto d’indirizzo che venne allora siglato: “E’ sempre più necessario che le aziende del territorio si comportino in maniera virtuosa in relazione alla stabilità occupazionale e più in generale nel rispetto a 360 gradi della dignità del lavoro”