Crisi Aamps: con la determinazione del Consiglio comunale abbiamo guadagnato tempo e nuovi spazi di trattativa, ora ci impegneremo affinché le dichiarazioni del sindaco in merito alla salvaguardia dei lavoratori, anche di quelli precari, si trasformino in accordi sindacali.
La crisi di Aamps arriva da lontano: I problemi della ex municipalizzata sono noti da tempo, già nell’era Rosi il debito viene ristrutturato senza mettere in discussione l’occupazione e imponendo grandi sacrifici alle aziende dell’indotto, ma era iniziato un percorso virtuoso che si interrompe nel 2014 con l’avvento di Fommei.
La nuova amministrazione, comunque, approva il primo bilancio 2013, a Giugno 2015 il caso Aamps scoppia di nuovo e l’approvazione del bilancio si trascina fino in autunno.
La mancata approvazione del bilancio : La Giunta 5 stelle tentenna sull’approvazione del bilancio di Aamps che viene rimandata di settimana in settimana, il conferimento in RetiAmbiente per l’Amministrazione non è una via percorribile e si profila lo spettro del fallimento dell’ex municipalizzata, al quale i lavoratori rispondono con l’inizio della mobilitazione.
Il sindaco in prima persona continua a rassicurare sindacati e lavoratori che Aamps sarà presto salva, tanto che su una televisione nazionale dichiara di averne già approvato il bilancio, purchè tale passaggio non sia mai avvenuto.
Le tappe dell’ultima settimana
Giovedì: alle 19 di giovedì 26 novembre i sindacati e i lavoratori si recano dal sindaco che conferma gli impegni assunti con il Prefetto: approvazione del bilancio, assunzione dei 40 precari e continuità aziendale, attraverso un intervento di ricapitalizzazione. Alle 22 la doccia fredda: viene diffuso un comunicato della Giunta che annuncia di aver deciso che l’azienda andrà in concordato preventivo in continuità.
Venerdì: in commissione bilancio la Giunta presenta l’atto di indirizzo che prevede il concordato, senza aver consultato preventivamente i creditori.
Perché il concordato preventivo in continuità non è la risposta: durante questa fase l’attività dell’azienda prosegue, ma in mano a un commissario giudiziale che cerca un compromesso con i creditori, i quali devono acconsentire a ridurre il debito. E’ sufficiente che uno dei creditori rifiuti la ristrutturazione per avviare l’azienda al concordato fallimentare. A questo atto i lavoratori rispondono con lo stato di agitazione.
Sabato: i sindacati e i lavoratori, non trovando spazi di dialogo con l’Amministrazione, si recano nuovamente dal Prefetto di Livorno per richiedere l’apertura di un tavolo e chiedere alla Giunta di ritirare l’atto d’indirizzo sul concordato preventivo. Mentre i lavoratori sono ancora dal Prefetto, la Giunta dirama una dichiarazione che l’atto d’indirizzo sarebbe stato presentato in Consiglio Comunale.
Domenica: I lavoratori di Aamps tengono un presidio al mercatino di Natale in via dei Pensieri per coinvolgere la cittadinanza e informare sulla crisi, incassando la solidarietà della città.
Il Movimento 5 Stelle fa di Aamps un caso nazionale: con “Livorno chiama Italia” gli M5S fanno un appello inquietante e irresponsabile contro la CGIL e irrispettoso nei confronti dei lavoratori, invitando gli attivisti di tutta Italia in città, consapevoli che i lavoratori dell’azienda e dell’indotto avrebbero partecipato l’indomani al Consiglio Comunale.
Lunedì: il sindaco apre il consiglio garantendo che il concordato è la via per salvaguardare azienda e lavoratori, ma viene smentito poche ore dopo dal proprio assessore al bilancio, il quale, a domanda diretta, risponde “Nel caso in cui le imprese creditrici non accettassero la proposta di ridurre il debito, l’azienda andrà in concordato fallimentare”.
Dopo circa 12 ore di consiglio, a questa dichiarazione la tolleranza dei lavoratori è messa a dura prova e, nonostante le continue provocazioni di uno sparuto gruppo di facinorosi, i tantissimi dipendenti Aamps presenti alla seduta contengono i momenti di tensione.
Dopo 13 ore di discussione il gruppo consiliare di maggioranza ha accolto con riserva l’atto di rinvio proposto unitariamente dalla minoranza, sollecitata dagli stessi lavoratori.
La maggioranza perde molti pezzi, alcuni consiglieri penta stellati hanno chiesto l’azzeramento della Giunta, l’assessore all’ambiente e la presidente del consiglio comunale si sono dimessi.
Il consiglio comunale è aggiornato a lunedì, fermo restando che il concordato resta in piedi, ma il consiglio chiede alla Giunta di aprire un tavolo di trattativa con le imprese creditrici e i sindacati, per capire il punto di caduta del concordato e solo allora, eventualmente l’esito fosse positivo, di renderlo operativo.
Aver guadagnato tempo è stata una conquista che i lavoratori si sono guadagnati pacificamente, ora ci auguriamo un confronto serio e onesto con l’Amministrazione Comunale e l’azienda per trasformare le buone intenzioni in accordi, che salvaguardino fattivamente tutti i lavoratori dell’igiene ambientale della città di Livorno, precari e non.