Le aziende confiscate alla mafia sono un bene di tutti, e combattere l’illegalità economica è una priorità. Proponiamo per questo un piano di intervento per il riuso sociale delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità mafiosa: si assiste infatti al paradosso che, attività economiche e produttive simbolo del potere delle mafie, una volta sequestrate sono ridotte al fallimento economico. Un messaggio e una condizione devastanti: con la mafia si lavora e con lo Stato no. Non solo non si lavora, ma il Governo Monti-Fornero ha addirittura escluso dagli ammortizzatori sociali i lavoratori dipendenti da imprese confiscate alla criminalità organizzata. Ecco allora le nostre proposte: in primis la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, determinando un accesso universale agli ammortizzatori a prescindere dalla tipologia e dimensione dell’attività produttiva coinvolta dal provvedimento di sequestro. In secondo luogo favorire l’emersione alla legalità dell’azienda nel momento di gestione da parte dell’autorità giudiziaria, salvaguardando i rapporti di lavoro in essere. Infine sostenere il percorso di ristrutturazione e riconversione di queste aziende, con l’obiettivo di rilanciarle nella fase di confisca definitiva. In Italia l’economia sommersa, la pervasività della criminalità mafiosa, il malaffare e la corruzione hanno un costo pari a circa il 27% del PIL. Il fallimento economico delle attività imprenditoriali confiscate alla mafia rappresentano il simbolo della sconfitta dello Stato nei confronti della criminalità, che spesso ha posto alla base del suo consenso la capacità di garantire lavoro, seppur nell’illegalità, in territori ad altissimi livelli di disoccupazione e esclusione sociale.
La Legge di iniziativa popolare “Ioriattivoillavoro” è stata promossa nazionalmente dalle seguenti associazioni: Arci, Libera, Acli, Confesercenti (SOS Impresa),Lega Coop, Associazione Nazionale Magistrati (ANM), Avviso Comune. L’obiettivo è raccogliere 50.000 firme entro il 31 maggi accompagnando la raccolta con iniziative e dibattiti di sensibilizzazione.