Si torna a parlare di portualità e riforme dopo il presidio dei lavoratori portuali di lunedì scorso, i quali hanno incontrato il Prefetto di Livorno, la dottoressa Tiziana Giovanna Costantino, che si è fatta carico delle preoccupazioni dei lavoratori e si è impegnata a rappresentarle al governo centrale.
Soddisfazione da parte della segreteria della Filt CGIL per la partecipazione dei lavoratori al presidio davanti al palazzo del governo “Per occhi inesperti – esordisce Claudio Picchiottino, segretario generale della Filt di Livorno – oltre cento lavoratori possono sembrare pochi, per noi, che non mancheremo di ringraziarli a uno a uno, è stato un grande successo: un’assemblea al freddo e al gelo, preparata in tempi strettissimi”.
Quella di ieri è stata un’iniziativa a cui hanno aderito tutti i lavoratori dei porti italiani, organizzata dalla Filt-CGIL e dalla FIT Cisl per discutere di regole e lavoro, per rivendicare le posizioni delle OO.SS. del settore, lo stesso giorno in cui Il ministero dei trasporti, nell’ambito del suo percorso di riforma della legge 84/94, aveva convocato gli “stati generali”.
“Nell’ambito della tanto annunciata “riforma” della legislazione portuale – spiega il segretario – abbiamo ricevuto dai Ministeri che si stanno occupando del riordino informazioni scoordinate e frammentarie, ma le scelte ventilate, qualora confermate, lascerebbero i lavoratori in balia di una liberalizzazione senza regole e le imprese del settore nella più totale confusione”.
Nella discussione che riguarda il porto di Livorno, però, sussiste non solo un problema nazionale legato alla deregolamentazione del lavoro, le difficoltà sono numerose anche in ambito locale:“Le Istituzioni locali, Regione Toscana, Provincia e Comune di Livorno – sottolinea Simone Angella, responsabile porti della Filt livornese – dovrebbero finirla con il dannoso rimpallo di responsabilità al quale stiamo assistendo e rendersi conto che non si può indugiare oltre nell’approvazione di tutti gli strumenti necessari al rilancio e all’implementazione infrastrutturale dello scalo labronico. I portuali e le loro famiglie stanno pagando pesantemente la crisi fin dal 2008 e non staranno a guardare nel caso in cui, per interessi di bandiera o politici, il bene comune venisse messo in discussione”. Queste sono state le istanze rappresentate da una delegazione della Filt CGIL (Claudio Picchiottino – segretario generale – Simone Angella – responsabile porti – Luca Simoni e Michele Innocenti – RSA) al Prefetto di Livorno : “E’ un incontro di cui siamo soddisfatti – afferma Picchiottino – il Prefetto ha confermato di avere la nostra stessa visione di sviluppo per il porto, cioè quella di un porto che valorizzi la vocazione industriale di Livorno, il cui rilancio può significare il rilancio dell’economia di tutta la costa e che necessita di manodopera specializzata, rassicurandoci, quindi, anche sul problema della deregolamentazione”. Durante l’incontro si è parlato anche del monitoraggio degli appalti: “Il fatto che il primo rappresentante del nostro territorio, cioè il sindaco – conclude il segretario generale della Filt –veda nell’infrastrutturazione della città un modo per far guadagnare la mafia, è un dato che ci preoccupa molto. Il Prefetto ci ha assicurato di aver fatto presente, a chi di dovere e nelle sedi opportune, che l’opera del Governo sul territorio è molto attenta e il monitoraggio degli appalti serrato”.
I portuali della Filt in Prefettura: “Il Prefetto si è fatta carico delle nostre preoccupazioni”
Post SuccessivoFilt CGIL: stato d’agitazione nei porti
Post PrecedenteSunia: 16 febbraio assemblea pubblica diritto alla casa