“Il lavoratore resta la parte debole, non possiamo quantificare gli infortuni non denunciati” questa la preoccupazione della CGIL, intervenuta con il proprio responsabile salute e sicurezza, Sergio Bavone, all’iniziativa organizzata da Amnil a Livorno in occasione della 65° giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro.
Purché l’intervento non fosse in cartellone, la CGIL provincia di Livorno non ha mancato di esprimere il proprio punto di vista in materia di sicurezza sul lavoro “Se il trend degli infortuni sul lavoro è diminuito – ha detto Sergio Bavone – le morti bianche, nel 2015, sono aumentate. Con la crisi e le nuove norme in materia di lavoro, il lavoratore è più debole, perciò è molto probabile che gli infortuni in alcuni casi non vengano denunciati”.
Tra morti bianche e infortuni, comunque, i dati continuano a testimoniare che l’impegno in materia di sicurezza non è ancora sufficiente: “Questo Governo – ha proseguito Bavone – ha ridotto i premi assicurativi per tutte le aziende, mentre il valore degli indennizzi ai lavoratori è fermo a luglio del 2000”.
Altro dato preoccupante è l’incremento delle malattie professionali e Bavone ha sottolineato le difficoltà a cui va incontro un lavoratore nel caso in cui decida di rivendicare un danno biologico “L’Inail, solitamente, rigetta il 50% delle richieste di danno biologico, in quanto sul DVR, Documento di Valutazione del Rischio, redatto dalle aziende, spesso non rispondente al reale rischio a cui i lavoratori sono esposti, perciò il lavoratore si trova a dover intraprendere un’azione legale, di cui si deve accollare la spesa in caso di esito negativo”.
Altro rischio, forse peggiore, è il licenziamento “Anche qualora il danno biologico venga riconosciuto – ha chiarito Bavone – resta il problema del cambio di mansione: il lavoratore potrebbe essere riconosciuto inidoneo alla mansione svolta in precedenza e non trovare ricollocazione in azienda”.
In conclusione il responsabile salute e sicurezza della CGIL provincia di Livorno ha anche espresso profonde perplessità rispetto al mancato monitoraggio dei lavoratori “Ex Esposti”, cioè di coloro che hanno lavorato per un periodo esposti all’amianto “A questi lavoratori ancora in attività – ha concluso – vengono sottoposti soltanto ai controlli medici di routine, senza controllo sul danno da esposizione, che questi lavoratori, se vogliono, devono eseguire a pagamento, nonostante, nella maggior parte dei casi, siano stati esposti senza esserne informati”.
Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro: l’intervento della CGIL
Post PrecedenteEx CIL: disoccupati alle 18 in pellegrinaggio a Montenero