Il recente tentativo da parte del Governo, attualmente posticipato grazie all’intervento del sindacato, di “riorganizzazione” dell’attività ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’INPS e dell’INAIL, a quanto si può ricavare dalla bozza di Decreto Legge, non ha altro orizzonte se non il mero far cassa.
I fantasiosi risparmi saranno ottenuti tramite quello che riteniamo un pericoloso arretramento dello Stato dal territorio e un abbandono a sé stessi dei cittadini, che andranno a trovarsi soli davanti ai soprusi che, specialmente in questi anni di crisi economica e sociale, si trovano ad affrontare, soprattutto le fasce più deboli ed i giovani.
Questa riorganizzazione ci appare partire mancante di una progettualità territoriale e di una visione strategica, considerata l’importanza che riveste la tutela del lavoro da parte di organismi pubblici e imparziali, al servizio di tutti i cittadini, con elevata competenza dei lavoratori e una totale gratuità del servizio garantito, espressione alta del dettame costituzionale previsto dall’articolo 3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”.
Sarà molto difficile per i cittadini, una volta compiuta l’ipotizzata “riorganizzazione”, denunciare gli illeciti che mettono a rischio la sicurezza, che hanno portato alla perdita del posto di lavoro, al mancato percepimento della giusta retribuzione e contribuzione previdenziale, a sostenere le loro ragioni in casi di licenziamento senza giusta causa o anche richiedere il pagamento diretto, da parte dell’INPS, delle indennità di maternità o dell’assegno per il sostegno al nucleo familiare.
La lettura della bozza di Decreto ci presenta uno scenario drammatico in cui lo stato abbandona d’un tratto i 92 uffici del Ministero e scorpora d’imperio tutto il personale ispettivo di INPS e INAIL, rispettivamente 1400 e 400 ispettori, facendo così venire a mancare la presenza di centinaia di uffici, dislocati sul territorio nazionale, i quali hanno, fin ora, costituito un saldo punto d’ascolto e di aiuto fattivo ai cittadini; prevedendo la contestuale riapertura di soli 18 uffici regionali, dislocati preferenzialmente nei capoluoghi, più una direzione in Roma.
Sul territorio della nostra Provincia, il lavoro svolto dagli ispettori ha portato, in questi anni, a risultati importanti, a contrasto di una diffusa illegalità presente nei luoghi di lavoro, con un grande recupero di risorse sottratte illegalmente ai lavoratori, alle loro pensioni, all’assistenza sociale, alla sicurezza ed alla collettività, stimabili in circa 10 milioni di euro annui, fra evasione e sanzioni; un lavoro svolto con impegno e dedizione, che è ben descritto dai dati pubblicati annualmente dalle varie amministrazioni: nelle sedi di Livorno gli 11 ispettori del Ministero, talvolta coadiuvati dai 3 componenti del Nucleo Ispettivo del Lavoro del Corpo dei Carabinieri, i 5 ispettori dell’INPS e l’unico ispettore INAIL hanno svolto circa 1200 ispezioni all’anno che hanno portato alla luce del sole uno scenario drammatico, che i cittadini ben conoscono e vivono ogni giorno sulla propria pelle: oltre il 75% delle ispezioni ha rivelato irregolarità. Lavoro irregolare: un inferiore numero di ore contrattualizzate, lavoro nero, violazione grave e che colpisce per la sua drammatica frequenza: è presente in quasi il 50% delle contestazioni, mancanze nelle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro e, non ultima, la vergognosa pratica diffusasi in questi anni: l’abuso indiscriminato della retribuzione via voucher che, coprendo una sola ora di lavoro legale, sono diventati nuovo paravento per giornate intere di lavoro nero. Queste ispezioni, è bene ricordarlo, non solo sono di ausilio ai lavoratori ed è essenziale che le strutture che li ospitano siano presenti sul nostro territorio, ma, fungono anche da importante deterrente per ulteriore concorrenza sleale nei confronti di tutte le aziende che operano in legalità. La paventata istituzione di un’Agenzia unica così come immaginata dalla bozza di Decreto, non tiene in alcun conto delle sinergie che già esistono (inserite, tra l’altro, come future azioni da attuare, con una millantata aura di novità, all’interno del “jobs act”), sia sul nostro territorio che in tutta la nazione, con un continuo scambio ed incrocio di informazioni fra le varie banche dati degli organi ispettivi degli Enti, per migliorare l’efficacia delle ispezioni e ridurre al minimo il rischio di ispezioni multiple per le varie aziende interessate. Questa scelta di modalità riorganizzativa è palesemente in contrasto con quanto crediamo debba essere l’azione della Repubblica in una materia ed un servizio così delicato quale la difesa del diritto al Lavoro.
FP: “Chiudere le agenzie ispettive sul territorio è un pericoloso arretramento dello Stato”
Post SuccessivoFIOM, sciopero metalmeccanici ENI contro la discriminazione