Il rilancio di Livorno, area di crisi complessa, passa per la progettazione e il finanziamento di importanti opere pubbliche, ma rischia di venire meno l’ufficio ministeriale delle opere marittime, primo presidio di progettazione, supervisione e controllo.
In un quadro di pesante crisi economica che ha avuto tragici ricadute sul piano occupazionale, alimentando un quadro di povertà in cui le fasce più deboli hanno pagato il prezzo più alto, Istituzioni e rappresentanza sindacale hanno lavorato in modo congiunto per il riconoscimento del territorio di Livorno quale Area di Crisi Complessa.
Questo riconoscimento da parte dello Stato, garantirà a Livorno il finanziamento di opere e infrastrutture necessarie per il rilancio del porto, della logistica e dello sviluppo industriale tutto, attraverso lo stanziamento di fondi straordinari “L’organo Pubblico preposto alla progettazione e all’esecuzione lavori è il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – illustra Giovanni Golino, segretario generale della Funzione Pubblica CGIL provincia di Livorno – che, a oggi, ha la propria sede delle Opere Marittime, la quale, in previsione dei lavori in seno al porto e alla Darsena Toscana per primi, assume rilevanza strategica per la necessità di avere sul territorio le professionalità tecniche per la governance dei processi, il controllo dell’esecuzione lavori e la garanzia della trasparenza negli appalti”.
Nonostante ciò, la spending review sta portando il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti a rivedere la propria presenza sul territorio, compreso quello toscano: è stato deciso l’accorpamento delle sedi di Pisa e Lucca e di quello di Siena con Arezzo, producendo già dei risparmi per l’amministrazione pubblica “La domanda d’obbligo – prosegue Golino – è se tali risparmi non si trasformino in più gravosi costi derivanti dall’assenza dello Stato sul territorio, in un campo così delicato come quello dei lavori pubblici, ma il Ministero mette in discussione anche la sede di Livorno”
Da parte del provveditore alle opere pubbliche, l’architetto Conti, infatti, è stata manifestata l’intenzione di delocalizzare la sede di Livorno a Lucca, a causa di presunti costi di adeguamento dell’attuale sede demaniale sugli Scali Cialdini, purché la sede sia stata recentemente ristrutturata “Sarebbe, forse, più utile valorizzarla – afferma il segretario generale – non abbandonandola ma, alla richiesta di individuare altra sede più economica e di ridotte dimensioni, i lavoratori, attraverso il sindacato, la CGIL in particolare, non si sono sottratti ed è stata proposta la sede demaniale di Via delle Cateratte, già pronta e disponibile ad accogliere l’intero Ufficio, consentendo al Ministero di garantire la propria presenza in città e contemporaneamente di raggiungere risparmi nella gestione del sito”.
“La richiesta della CGIL è quella di garantire la presenza dell’Ufficio delle Opere Marittime a Livorno – conclude Golino – e chiediamo con forza a tutte le Istituzioni locali di affiancare tale richiesta. Riteniamo necessario che Amministrazione Comunale, Provincia e Regione, in quanto firmatari della Bozza di accordo di Programma di Livorno e rappresentanti dei cittadini del territorio, si attivino affinché il Ministero mantenga la sede in città, per evitare che lo Stato, il quale con la mano sinistra sigla l’accordo, non arrivi, con la destra, a chiudere questa strategica sede”.