“Chiediamo con forza l’immediata apertura di un confronto: con l’Azienda sanitaria per l’avvio delle procedure di stabilizzazione del personale e con la Direzione della Casa Circondariale per i dovuti interventi in favore della sicurezza del lavoro” questo l’appello lancaito dalla segreteria Fp Cgil di Livorno.
“Nella gravità della condizione dei penitenziari italiani, da tempo oggetto di dibattito ma mai di seri interventi, la Casa Circondariale di Livorno appare esempio peculiare e riassuntivo dei guasti dell’intero sistema. La FP CGIL di Livorno, già intervenuta la scorsa estate per segnalare i gravissimi rischi cui venivano esposti detenuti e lavoratori all’interno della stuttura, non ritiene che la parziale chiusura dell’istituto possa rappresentare una risposta sufficiente. Nei giorni scorsi Pietro Gambino Coordinatore Rls Fp Cgil, Angelina Ibelli per il comparto Sanità Fp Cgil e Stefano Turbati Coordinatore Dap/Dgm Cgil Toscana, sono tornati nell’istituto de Le Sughere riscontrando condizioni tutt’ora inaccettabili per la detenzione e per il lavoro. La mancata attenzione dei diritti anche minimi dei lavoratori, va tuttavia oltre alla mancata applicazione delle misure di sicurezza. Nonostante il passaggio di competenze in materia di sanità penitenziaria, dall’Amministrazione Penitenziaria alle Aziende sanitaria, risalga al 2008, l’ASL 6 di Livorno non ha, ad oggi, avviato alcun percorso di stabilizzazione del personale. Ha invece ritenuto di cogliere il pretesto della riduzione dei detenuti da 500 a 142 per prevedere il mancato rinnovo contrattuale a 5 dei 10 infermieri in regime libero professionale. Questi, attenti ai bisogni degli altri più di quanto non sia l’Azienda sanitaria, hanno ritenuto opportuno autoridursi l’orario di lavoro per evitare la perdita anche di una sola unità. Ribadiamo con forza la necessità urgente di un confronto con Asl e direzione”.