Da qualche giorno, diversi armatori hanno messo in atto una forma di protesta, in base alla quale mantengono fermi i pescherecci in porto, lasciando i dipendenti a terra senza alcuna plausibile spiegazione e minacciando, in alcuni casi, lo sbarco definitivo. Tale azione si è trasformata in una vera e propria “serrata” e in un blocco delle attività lavorative con pesanti ricadute sui lavoratori dipendenti. “È una copione già visto, che non ha però prodotto in passato durevoli benefici per le imprese ma solo, come unico sicuro risultato, la perdita di salario per i lavoratori” commentano le segreterie Fai, Flai Cgil e Uilapesca “Pur conoscendo i problemi del settore e comprendendo alcune delle motivazioni degli armatori, non condividono né la tempistica né il metodo da essi utilizzato. Ci impegnamo, da subito, a tutela dei lavoratori dipendenti, contro questa ennesima forma di violenza nei loro confronti. Auspichiamo un immediato confronto con le parti datoriali e con il governo per affrontare, in maniera strutturata e nel rispetto delle regole, la drammatica situazione del settore, alla ricerca delle soluzioni più idonee a garantire l’interesse comune e a non danneggiare nessuno”.
FlaiCgil “La protesta degli armatori non danneggi i lavoratori”
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