Flai, malattie della pesca censite a Castiglion della Pescaia

vol.pesca

“Giornata Nazionale sulle malattie professionali della pesca” iniziativa della FLAI CGIL domani a Castiglion della Pescaia, volta a incrementare la sicurezza dei lavoratori del settore, per i quali denunciare un infortunio coincide con il perdere il lavoro.
L’iniziativa, che si terrà sul molo di levante a partire dalle 10, è stata organizzata dalla FLAI CGIL regionale, in collaborazione con i territoriali di categoria di Grosseto, nell’ambito del Progetto Pesca (http://www.progettopescaflai.it/), attivo dal 2008 in tutta Italia e rivolto a un settore per cui non esiste ancora una tabella di malattie professionali né un protocollo della sicurezza.
Uno dei principali obiettivi della FLAI CGIL nazionale è stato quello di censire i disturbi dei pescatori attraverso l’indagine dei sintomi che gli addetti lamentano e della successiva diagnosi di professionisti in grado di coadiuvare la categoria a stilare un elenco delle patologie più diffuse tra i lavoratori.
In Toscana il Progetto Pesca è coordinato dal centro di servizio territoriale di Livorno, quarto in Italia per numero di utenti “Gli addetti del settore in Toscana sono oltre 2000 – dice Michele Rossi, segretario generale della FLAI CGIL di Livorno e responsabile regionale del progetto – la flotta, per quanto concerne la grande pesca, ammonta a circa 600 imbarcazioni. A questi lavoratori non viene riconosciuta alcuna malattia professionale e denunciare un infortunio per loro coincide con la perdita del posto di lavoro”.
Mentre in Italia la percentuale di mortalità per infortunio sul lavoro nel settore produce cifre allarmanti, la situazione in Toscana è decisamente più confortante, ma resta il grave problema degli infortuni non denunciati “E’ impossibile stilare le percentuali degli infortuni – precisa Rossi – non essendo attivo alcun protocollo e non essendo prevista alcuna tutela previdenziale efficace, molti addetti preferiscono non denunciare eventuali episodi e mantenere il posto di lavoro”.
In provincia di Grosseto gli addetti alla pesca sono quasi 400, per una flotta di 195 imbarcazioni, i quali godono della vita media più alta del litorale, ma non sono certo immuni ai sintomi più frequenti fin’ora riscontrati anche in altre zone tra i lavoratori del settore “La maggior parte dei pescatori – illustrano Micci e Rossi della FLAI CGIL di Grosseto – nel giro anche di pochi anni di lavoro, accusa dolori alle articolazioni, sia superiori che inferiori, frequenti eritemi da esposizione, dolori alla schiena e cervicali, problemi di udito, solo per citare alcuni risultati dell’indagine”.
La fase di registrazione dei sintomi sta per concludersi e si avvierà quella diagnostica “I risultati dei test sono stati importanti per evidenziare i problemi fisici che si trovano ad affrontare coloro che intendono lavorare “cercando il pane nel mare” – conclude Micci, segretario generale della FLAI CGIL di Grosseto – pane che non sempre va a compensare le fatiche e i pericoli che quotidianamente si affrontano in questa professione”.

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