“Siamo molto preoccupati per i l futuro della siderurgia piombinese, la cui messa in discussione avrebbe come conseguenza il ridimensionamento dell’economia nell’intero comprensorio” spiegano Fiom Fim e Uilm. Oggi il futuro dello stabilimento Lucchini è in forte discussione, l’accordo con le banche tarda a venire, le produzioni calano, l’altoforno viene fermato settimanalmente come fosse un ufficio, e tutto ciò crea una miscela esplosiva. L’accordo deve prevedere il pagamento di tutte le spettanze alle imprese d’appalto, perché oggi è a rischio il loro destino ed il salario dei lavoratori. In questo difficile momento,alle banche chiediamo di avere più disponibilità nel sostenere gli imprenditori e i lavoratori. Oggi a rischio sono i contratti a termine nella Lucchini e nelle imprese: solo alla Lucchini riguarderebbero più di cento persone ma a rischio sono anche i contratti a tempo indeterminato, se non ci fosse una risposta chiara e concreta sul futuro dello stabilimento .
Chiediamo con forza che si evitino i licenziamenti di coloro che hanno contribuito, con il proprio lavoro, alla tenuta dello stabilimento e delle imprese . Siamo pienamente d’accordo con la RSU Lucchini che ha dichiarato per venerdì 4 novembre lo sciopero dello stabilimento con le assemblee dei lavoratori. Riteniamo essenziale che, sia alla Lucchini che nelle imprese, si consolidino i contratti a termine che, qualora fosse necessario, dovranno essere gestiti attraverso la solidarietà collettiva (CIG, Contratti di solidarietà). Siamo preoccupati perché la Lucchini, indipendentemente dell’accordo, avrà comunque bisogno di un nuovo acquirente. E’ fondamentale difendere il ciclo integrale e l’integrità dello stabilimento per garantire un futuro produttivo ed occupazionale. E’ importante trovare investimenti per la Magona e per la Tenaris Dalmine. La vertenza della siderurgia piombinese si basa sulla sinergia dei tre stabilimenti, la realizzazione delle infrastrutture, viabilità e porto, come elementi essenziali per dare una prospettiva di sviluppo al territorio. Riteniamo importante che oggi nel comprensorio si sviluppi un’economia diversificata che si basi anche sul turismo , sulla cultura, sulla viticoltura, sull’agricoltura di qualità, in quanto la diversificazione produttiva (già lanciata nel 1992 dal sindacato) è un elemento forte ed essenziale per la nostra economia.
Riteniamo opportuno che, data la gravità della situazione, il territorio mostri sensibilità e consapevolezza con una forte e massiccia adesione alla del 15 novembre, perché ancora oggi l’industria rappresenta il fulcro vitale dell’economia del comprensorio. L’idea che questo pezzo di economia possa essere ridotto ai minimi termini, aprirebbe drammi sociali che questo territorio non può reggere. I metalmeccanici pertanto invitano e chiedono alle istituzioni locali e alle forze politiche di intraprendere azioni concrete affinche’ ci siano risposte di carattere industriale tese a consolidare e rilanciare l’economia del territorio. Riteniamo che, l’incontro già richiesto da tempo al Governo presso il Ministero dello Sviluppo Economico non sia più rinviabile. La mobilitazione deve continuare fino al raggiungimento degli obiettivi della piattaforma rivendicativa sulla siderurgia.