Per una seria politica industriale che ridia centralità al lavoro, le tute blu FIAT, insieme a quelle Fincantieri, scendono in piazza. Promosso, infatti, dalla FIOM CGIL uno sciopero di 8 ore e manifestazione nazionale a Roma. Sarà un sit-in in Piazza del Popolo a Roma ad accogliere i lavoratori FIAT e Fincantieri nel giorno dello sciopero generale dei due Gruppi, una piazza che la FIOM CGIL punta a far diventare “la piazza di Roma che riconquista gli spazi della democrazia, dando voce ai lavoratori”. Due vertenze quella della FIAT e quella della Fincantieri che, dimostrano un disinteresse del Governo a varare misure strutturali di politica industriale. Per questo, venerdì prossimo, la FIOM CGIL sarà in piazza al fianco dei lavoratori per rivendicare occupazione, diritti e precisi piani industriali, riconquistare il contratto nazionale di lavoro e chiedere l’immediata cancellazione dell’articolo 8, contenuto nella manovra finanziaria, che rappresenta per la CGIL una violazione dell’autonomia contrattuale delle parti e dello Statuto dei Lavoratori.
“Non si può pensare di competere cancellando i diritti, abbassando i salari e licenziando le persone. Si devono, invece, applicare i contratti e rafforzare la qualità del lavoro”. Ha dichiarato il Segretario Generale della FIOM CGIL, Maurizio Landini “E’ necessario – ha proseguito Landini – rimettere al centro il lavoro, per questo FIAT deve discutere del piano industriale”. Dalla presentazione del Piano ‘Fabbrica Italia’ il Lingotto, ha precisato Landini, “non ha rispettato nulla di quanto dichiarato, anzi, altri stabilimenti hanno chiuso o stanno chiudendo” (Cnh di Imola, Termini Imerese e Irisbus) con conseguenti licenziamenti e pratiche di Cassa integrazione. Inoltre, l’uscita della FIAT da Confindustria è per il leader delle tute blu della CGIL “un grave atto”, perchè “cancella i contratti e vuole introdurre in Italia l’idea che le imprese possono fare quello che vogliono, anche non applicando le leggi”. Protagonisti della mobilitazione di venerdì anche i lavoratori Fincantieri, perchè, ha spiegato Landini, “è un’azienda pubblica, e un settore strategico per l’economia del Paese”, ma purtroppo, anche in questo caso, non c’è un piano industriale definito. Rimane al palo, infatti, il confronto sullo stato in cui versa il colosso cantieristico nazionale e irrisolto il nodo del piano industriale. Intanto, sono in Cassa integrazione circa 2 mila lavoratori pari al 25% del totale della forza lavoro.