I lavoratori del cantiere Azimut Benetti, diretti e dell’indotto, e la Fiom Cgil provincia di Livorno chiedono all’azienda un rapido confronto su politiche industriali, valutazioni dei carichi di lavoro e prospettive per il futuro, in mancanza del quale indiranno lo stato d’agitazione.
“Da tempo – esordisce il segretario Fiom, Simone Puppo – stiamo cercando di avere un confronto con il gruppo per alcuni chiarimenti sulle politiche di mercato, gli interventi rispetto all’aumento del carico di lavoro e le prospettive occupazionali, ma, per il momento, l’azienda non ci ha dato risposte”.
Nei mesi scorsi l’azienda aveva confermato ai rappresentanti sindacali che il cantiere di Livorno si sarebbe concentrato sulla costruzione e la riparazione di mega yacht, invece, negli ultimi tempi, arrivano ordinativi anche per barche di metrature inferiori “Il primo punto da chiarire – dice Puppo – riguarda proprio le politiche industriali: se l’azienda intende modificare le peculiarità della produzione in cantiere, vogliamo conoscerne il motivo”.
La seconda questione che desta la preoccupazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti riguarda i carichi di lavoro “Rispetto agli ordinativi – chiarisce il segretario Fiom – il carico di lavoro si preannuncia eccessivo rispetto al personale attualmente impiegato: ci chiediamo che fine abbia fatto il progetto Navigo, un progetto di formazione attivato due anni fa e volto a formare personale per integrare quello del cantiere, il quale per ora ha prodotto 0 occupati”.
“Sulla base dei carichi previsti – sottolinea Puppo – gli organici sono insufficienti, per quanto ci riguarda l’azienda dovrebbe cercare di utilizzare le professionalità o formarne di nuove, attingendo dall’enorme bacino di disoccupati del territorio, dando realmente una risposta concreta alla città”.
Il terzo punto è la politica di riduzione dei costi “E’ impensabile che ridurre i costi di produzione non abbia ricadute su qualità del prodotto e rispetto dei tempi di consegna – prosegue Puppo – senza contare il rischio di mettere in discussione professionalità e, soprattutto, la sicurezza dei lavoratori”.
“Il nostro obiettivo – conclude il rappresentante Fiom – è salvaguardare l’occupazione in cantiere, sia dei dipendenti diretti che dell’indotto. Il sito produttivo è un bene anche dei lavoratori e della città, per questo, tra le nostre richieste, c’è anche quella di impiegare nell’indotto ditte del territorio”.
I lavoratori, riuniti in assemblea,in mancanza di chiarezza su questi punti hanno decretato che inizieranno lo stato d’agitazione.