In questi giorni abbiamo assistito ad un susseguirsi di situazioni, voci e discussioni sul futuro industriale e turistico di Piombino.
La capacita storica di questo territorio e’ sempre stata di coniugare tutte le necessità per far fronte tutti insieme alle difficolta’.
Il movimento “piombino non deve chiudere” nasceva proprio su queste basi.
Come Fim/Fiom/Uilm ci sembra che alcune cose si stanno incrinando,vogliamo esprimere un concetto chiaro, sarebbe insopportabile che tutti facessero le strategie e solo sul sindacato scaricassero i drammi e le difficolta’ delle persone a cui sta scadendo la cigs, che sono senza lavoro, che le nuove leggi sugli ammortizzatori lasciano a piedi.
Per questo, pur comprendendo l’incontro al mise del 19 marzo tra Cevital, Istituzioni e Governo, non abbiamo apprezzato la mancanza del sindacato e ci siamo attivati per essere convocati in contemporanea o subito dopo.
Cosi come ci sembra poco opportuno il convegno del 28 marzo, dove sono chiamati a relazionare soggetti il cui unico obiettivo era la chiusura dell’area a caldo dello stabilimento Lucchini di Piombino. ma il sindacato e’ abituato a discutere con tutti, se ci sara’ la possibilita’ di esprimersi potremmo decidere di partecipare.
Il sindacato crede nel rispetto dell’ambiente, del lavoro, della sicurezza sul lavoro, dell’occupazione,quindi la soluzione di produrre acciaio con l’altoforno e un forno elettrico, spostando tutti gli impianti a valle dell’altoforno, puo’ essere la soluzione che lega tutte le esigenze, mantenendo lo sviluppo del porto e della logistica, dell’agroindustriale sarebbe una risposta importante per le persone, per la citta’, per la Toscana, per l’Italia.
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Gabrielli Luciano
Segretario generale FIOM
provincia di Livorno