“Nell’industria metalmeccanica livornese si perderanno 800 posti di lavoro nei prossimi due anni” questo l’allarme lanciato da Enrico Pedini e Simone Puppo per la segreteria Fiom Cgil “Questo sarà il frutto della drastica riduzione dei volumi produttivi (25% in meno) e dell’esaurimento degli ammortizzatori sociali”. La situazione più difficile del panorama livornese? La Magna. Poi: non decolla la De Tomaso, l’Inalfa è chiusa da marzo, alla Mtm sono in cassa integrazione tutti gli addetti ai tempo indeterminato.“Anzichè consolidare i timidi barlumi di ripresina, è avvenuto l’esatto opposto” spiega la Fiom “Da settembre è un susseguirsi anche di piccole aziende che, in mancanza di commesse, hanno prima utilizzato la cassa integrazione in deroga e ora rischiano di ritrovarsi senza nessun ammortizzatore sociale. Non solo: gli accordi per la ristrutturazioni aziendali, quasi sempre, si fondano sulla possibilità di accompagnare alla pensione i lavoratori più anziani. Se viene meno anche questa possibilità le aziende scaricheranno ogni tensione sui lavoratori più giovani”. La novità: Dalla rabbia di questi lavoratori, senza lavoro nè pensione, sta nascendo un comitato, “Andranno dalle forze politiche che hanno sostenuto la manovra a chiedere contodi questi provvedimenti che non affrontano le cause della crisi ma fanno solo pagare ai lavoratori il prezzo salato di una crisi di cui non hanno responsabilità”.