I lavoratori della Filt Cgil vivono con preoccupazione la scelta compiuta dal ministro Matteoli che appare come una tappa intermedia alla volontà di procedere al commissariamento del porto di Livorno. Di seguito una nota del segretario generale Filt Cgil Claudio Picchiottino e del segretario dipartimento Attività Portuali Simone Angella: “Vorremmo che le azioni delle istituzioni e della politica fossero coordinate e andassero in un’ unica direzione, quella cioè di dare al nostro scalo un progetto di sviluppo e crescita in grado di uscire dall’attuale stato di crisi. L’intervento del ministro ci appare strumentale e lontano da ogni logica di una concreta politica per il sistema dei porti italiani. Ricordiamo che già in due occasioni ha tentato di commissariare i porti di Civitavecchia e Bari, ma l’illegittimità degli atti è stata dimostrata dalle sentenze della giustizia amministrativa che ha dato torto alle azioni del ministro. Crediamo che il Ministro debba invece preoccuparsi di gestire il patrimonio della portualità nazionale in termini costruttivi e di rilancio invece di intervenire con atti che sono esclusivamente di appartenenza politica. Le condizioni di precarietà in cui vivono oggi i lavoratori del porto di Livorno (oltre 900 lavoratori utilizzano ammortizzatori sociali e i lavoratori a tempo determinato non hanno prospettive di stabilità), necessitano di vedere realizzate le seguenti priorità: adeguamenti dei fondali (canale di accesso e banchine) ai pescaggi delle moderne navi, interventi nelle infrastrutture ferroviare e viarie, accessibilità del porto 24 ore su 24, selezione delle imprese in termini di garanzia di investimenti e stabilità occupazionale. Mettendo in fila le azioni del ministro contro il porto di Livorno e il territorio toscano, rammentiamo le azioni compiute dallo stesso nel 2010: ha tentato di escludere il porto di Livorno dai finanziamenti europei per i collegamenti alle reti TEN-T (tutti i corridoi ferroviari e marittimi); nella Legge di stabilità (DFP 2011-2013) e nell’Allegato IV alle infrastrutture il porto di Livorno non è neanche menzionato. Questi sono gli argomenti di cui vogliamo discutere e dei quali vorremmo sentire l’opinione di chi interviene oggi, e solo oggi, sulle vicende del porto di Livorno. Chiediamo quindi che il porto di Livorno abbia il suo Presidente”.
Filt Cgil: preoccupazione per le scelte di Matteoli
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