Sono numerosi i fronti caldi che in questo momento la categoria sta gestendo nella sola Livorno e, se per alcuni sembra si siano aperti percorsi che potrebbero portare a soluzioni positive, per altri la conclusione sembra ancora lontana.
PLiS – Provincia Livorno Sviluppo, società di formazione, partecipata della Provincia e dell’Autorità Portuale di Livorno: Dopo un anno di mancato confronto sull’allarme occupazione lanciato da sindacati e lavoratori, i dipendenti di PLiS hanno fatto irruzione in conferenza dei sindaci, pretendendo di essere ascoltati dalle Istituzioni del territorio. In conseguenza della protesta, è stato convocato in Regione un tavolo di crisi, conclusosi con l’impegno delle parti interessate di garantire continuità a PLiS per tutto il 2017, senza variazioni sul piano occupazionale, ed entro Marzo 2017 è stata calendarizzata la presentazione di un piano di riconversione che garantisca il futuro dell’azienda e, di conseguenza, dell’occupazione.
Porto di Livorno 2000 – società che gestisce le crociere del porto di Livorno, di proprietà dell’Autorità portuale, oggetto di un bando per la cessione della maggioranza delle quote: Da molto tempo lavoratori e sindacati chiedono all’azienda forme di stabilizzazione per i precari che, ormai da anni, operano a tempo determinato in Porto 2000 e che hanno fattivamente contribuito agli ottimi risultati che l’azienda può vantare.
L’asticella del conflitto si è alzata per la determinazione dell’azienda di allungare la stagionalità, ma interrompendo i contratti dei lavoratori a tempo determinato e utilizzare alcuni di loro attraverso agenzie interinali.
In Porto 2000, quindi, è stato proclamato lo stato di agitazione, rientrato nel momento in cui l’azienda ha rinunciato all’utilizzo del lavoro interinale.
Molte sono ancora le criticità in discussione ma, al momento, il tavolo di trattativa è ripreso.
Stazione Marittima – vertenza collegata a Porto 2000, in quanto la struttura è di proprietà dell’azienda labronica che ha terziarizzato il sevizio mensa e bar, dandolo in concessione a società controllate dal Gruppo Greco: Dall’inizio dell’appalto i lavoratori della Stazione Marittima sono in stato di agitazione permanente a causa dell’irregolarità del pagamento delle retribuzioni, sfociato, circa 15 giorni fà, in uno sciopero a oltranza che prosegue ancora oggi. Un primo passo è stato fatto la scorsa settimana in Regione, occasione in cui Porto 2000 ha comunicato in via ufficiosa l’uscita del Gruppo Greco dalla Stazione Marittima. L’azienda, però, continua non dare risposte sulle retribuzioni dei lavoratori e non ha aperto le procedure di licenziamento: i dipendenti, quindi, al momento sono senza stipendio e non hanno la possibilità di accedere ad alcun ammortizzare sociale.
Domani si terrà l’incontro che la Regione Toscana si era impegnata a convocare e, a seconda dell’esito del tavolo, saranno valutate nuove forme di mobilitazione.
“La Sosta” – centro cottura e mensa in zona Picchianti – 42 posti di lavoro in bilico tra Pisa e Livorno a causa dello sfratto comminato per morosità alla Fabbro L.C., azienda proprietaria de “La Sosta”, il locale oggetto del contenzioso.
Fabbro L.C. ha un debito nei confronti dell’azienda proprietaria delle mura de “La Sosta”, Cir Food, che si protrae dai tempi in cui il locale era gestito da DA.
La nuova azienda voleva saldare il debito, ma ci risulta che Cir abbia rifiutato, procedendo per vie legali.
Ora il tribunale ha deciso che l’azienda deve abbandonare i locali e, nonostante sia prolifica, se non avrà il tempo di reperire una nuova sede, l’intera attività dell’azienda Fabbro L.C. andrà a rotoli.
L’unico centro cottura dell’azienda è “La Sosta”, senza quella struttura tutte le commesse dell’azienda decadrebbero e Fabbro L.C. ci ha già avviato le procedure di licenziamento collettivo per tutti e 42 i dipendenti.
Lunedì si terrà un primo incontro con Fabbro L.C. ma, in questo quadro, chiediamo l’immediata attivazione di un tavolo anche con Cir, proprietaria dell’immobile, Elior, in qualità di cogestore degli appalti insieme a Fabbro L.C, vista l’urgenza e la gravità della situazione, per cercare di trovare una soluzione per la crisi occupazionale che il contenzioso ha causato.