L’ultima fase della vicenda ELETTRA si è consumata nel tardo pomeriggio del 15 dicembre. I ventidue lavoratori in forza alla centrale elettrica ELETTRA sono stati convocati per firmare la conciliazione della procedura di mobilità. Un atto dovuto che sanciva di fatto la cessazione del rapporto di lavoro. Ogni lavoratore ha firmato i documenti di sua spettanza in un’atmosfera che ben presto si è fatta tesa e pesante. L’Azienda, che ha avuto il merito di supportare gli importi della passata cassa integrazione con somme aggiuntive, ha guastato la sua buona immagine con inutili irrigidimenti dell’ultima ora, brillando per scarsa sensibilità e altrettanto scarsa comprensione nei confronti dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali. I monitor ancora accesi della Sala controllo sono stati silenti testimoni di una triste pagina che sanciva la fine della centrale elettrica ELETTRA.
In cosa consisteva l’attività dell’ELETTRA? La centrale era stata costruita per bruciare i gas di scarto ricavati dalla lavorazione dell’acciaio ed è stata in marcia commerciale per circa dodici anni. La produzione di energia era regolata dalla speciale tariffa “Cip6”, ideata per impianti funzionanti con combustibili rinnovabili. La tariffa prevedeva l’uso di tali combustibili, arricchiti con metano, ed assicurava al tempo stesso il contenimento delle emissioni nocive in atmosfera nonché un interessante margine di guadagno per la Proprietà. Associava pertanto il profitto al rispetto dell’ambiente, una sintesi non facile a realizzarsi; infine si prestava, e si presta tuttora, al funzionamento con solo metano, assicurando quindi un favorevole impatto ambientale.
Costruita per la Lucchini, è stata venduta nel 2004 dalla stessa Lucchini ad una azienda britannica al fine di tamponare le falle dovute alla crisi dell’industria bresciana. Il “gioiello di famiglia”, così era definita la centrale, consentì alla Lucchini di far fronte temporaneamente alla crisi che la attanagliava. Tale gioiello ha continuato a funzionare egregiamente negli anni seguenti, gestita dal personale addetto e manutenzionata dalla Europower. Negli ultimi anni la crisi economica ha iniziato a pesare sempre più sullo stabilimento piombinese finendo per travolgerlo del tutto, coinvolgendo suo malgrado anche la centrale ELETTRA. A seguito dell’uscita anticipata dalla tariffa “Cip6” da parte dell’ELETTRA, accompagnata da una somma a titolo di risarcimento dei futuri mancati guadagni (la scadenza naturale della tariffa era prevista per il 2017), la centrale è stata spenta a fine 2013 continuando però ad essere presidiata e manutenzionata fino ad oggi, perfettamente funzionante e pronta ad essere riaccesa con breve preavviso.
I dipendenti sono stati passati in cassa integrazione, la quale ha avuto termine il giorno 16 dicembre 2016. In questi anni si sono alimentate speranze di rientrare in attività, speranze nate da voci di possibili acquirenti della centrale. Questa prospettiva era ben lungi dal sembrare irrealistica: la taglia piccola della centrale (58 MW totali) si prestava a conversioni dell’impianto a centrale a biomassa, ma le voci non si sono concretizzate in atti tangibili ed il tempo è trascorso in una attesa inutile.
I sindacati sono stati sempre presenti, attivi ed operanti a fianco dei lavoratori, così come i rappresentanti delle istituzioni locali, regionali ed i parlamentari del territorio, al fine di cercare una soluzione. Non è mancata nemmeno la solidarietà delle RSU Aferpi e del PD locale che segue con attenzione le nostre vicende assicurandoci appoggio e solidarietà.
ELETTRA: la situazione e le soluzioni possibili
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