Un’altra doccia fredda è arrivata per la città di Livorno con la grave crisi in cui è sprofondato il gruppo Grandi Molini Italiani, che ha concordato ieri con i sindacati la richiesta per 12 mesi di Cassa Integrazione Straordinaria.
La crisi di GMI era stata da tempo resa nota e l’azienda, per mancanza di liquidità, era stata costretta a fermare la produzione e a richiedere la Cassa Integrazione Ordinaria.
Durante gli incontri con le parti sociali, però, l’azienda non aveva disegnato il quadro drammatico che invece si è profilato ieri in Provincia “L’azienda ha confermato che Livorno è uno stabilimento strategico – spiega la segreteria Flai Cgil della provincia di Livorno – ma a questo punto è in discussione la tenuta dell’intero gruppo e il lavoro dei 50 dipendenti, divisi tra GMI e Promolog, è concretamente a rischio”.
L’elemento di novità che ieri i rappresentanti sindacali hanno trovato sul tavolo è stato il concordato in bianco, a cui l’azienda è dovuta ricorrere per congelare i debiti “Con il concordato in bianco si apre un periodo che va dai 90 ai 120 giorni, durante i quali l’azienda, che verrà affidata a un commissario nominato dal Tribunale, dovrà ristrutturare i debiti o dichiarare fallimento – chiarisce la Flai territoriale – per i lavoratori, quindi, si apre un lungo periodo di incertezza, con il rischio di rimanere senza stipendio e senza ammortizzatori, di perdere, quindi, ogni forma di sostegno al reddito”.
La Cig0 dei lavoratori terminerà il 6 dicembre e le procedure di Cigs, che saranno gestite in sede ministeriale, rischiano di andare abbondantemente oltre quella data “Per evitare che i lavoratori e le lavoratrici si trovino in difficoltà – sottolinea la segreteria Flai – abbiamo richiesto urgentemente l’apertura di tavoli di crisi in Prefettura, in Regione e anche, attraverso i nazionali di categoria, al Ministero, volti a snellire l’erogazione degli ammortizzatori”.
La sospensione dell’attività di GMI non si ripercuote soltanto sui lavoratori dello stabilimento, la crisi rischia di mettere in ginocchio anche molte aziende agricole delle province di Pisa e Livorno “La GMI aveva fatto ordinativi di grano per un valore di 3 milioni e mezzo di euro – spiega la Flai – che adesso sono fermi e non saranno ritirati, merce deperibile che i produttori faranno fatica a rimpiazzare, un danno economico che rischia di mettere in ginocchio molte aziende agricole del territorio”
“La situazione del gruppo GMI è preoccupante – conclude la Flai della provincia di Livorno – la crisi di produzione di un bene di prima necessità come la farina è una spia che la crisi è tutt’altro che conclusa e se il rischio di perdere un’altra attività produttiva si inserisce nel contesto del territorio di Livorno, le tinte si fanno ancora più cupe. Alle Istituzioni di ogni ordine e grado, perciò, chiediamo grande attenzione per questa vicenda che potrebbe coinvolgere, tra lavoratori diretti e dell’indotto, oltre 200 famiglie”.
Crisi Grandi Molini, Flai: “A rischio il reddito di 200 famiglie”
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