“Piombino non deve chiudere” è questo l’argomento del dibattto che si terrà mercoledì 18 luglio a partire dalle 9.30 in Piazza Cappelletti a Piombino. Un’ iniziativa promossa da Fiom Cgil, Fim e Uilm, ed aperta a lavoratori, cittadinananza, sindacati, istituzioni e forze politiche, per sensibilizzare, informare e discutere della preoccupante crisi che sta colpendo il settore siderurgico nel nostro territorio.La CGIL esprime grande preoccupazione per la crisi della siderurgia che si sta sviluppando a Piombino. Le due maggiori aziende presenti. Lucchini e Magona, sono interessate da fermate produttive nel mese di agosto, ma questa volta il segno è caratterizzato da una difficoltà di prospettiva tale da temere una ripresa a marcia piena degli impianti. In particolar modo la Lucchini ha denunciato un calo consistente degli ordini e una difficoltà di liquidità finanziaria; questi due elementi, a fronte di una stasi dello sviluppo del paese, possono provocare una accelerazione delle condizioni che la potrebbero portare nel giro di pochi mesi al default. Infatti le banche, uniche azioniste di riferimento, non immettono più liquidità, avendo già una esposizione creditizia consistente. Pertanto, o nel giro di pochi mesi si fa avanti un nuovo compratore,oppure il rischio di una fermata degli impianti diventa un fatto reale. La Magona ha caratteristiche simili: la multinazionale Mittal/arcelor ha deciso di ridurre la produzione in Europa. Lo stabilimento ha bisogno di investimenti per innalzare la qualità del prodotto, per ridurre le perdite che sta accumulando; in caso contrario il rischio è quello o di una chiusura totale o di una attività parziale dei due reparti dello stabilimento. La crisi della siderurgia trascinerebbe con se l’intera economia di un territorio vasto, perchè dentro e fuori dagli stabilimenti opera un sistema di appalti e servizi (imprese di manutenzione e pulizie,mense,trasporti,cave,produzione di ossigeno e altri gas,porto) che subirebbero contraccolpi pesanti e difficilmente governabili dal punto di vista occupazionale e di reddito. Per questo la CGIL, nel mentre esprime una forte preoccupazione per la tenuta occupazionale e per l’economia del territorio, condivide le iniziative di lotta fatte e quelle in programma messe in campo unitariamente dai metalmeccanici. La CGIL ritiene però che la gravità della situazione e le implicazioni che questa ha nei rapporti con i lavoratori e lavoratrici di più settori produttivi, ha bisogno di un perocrso condiviso di iniziative e di lotta che vedano coinvolte tutte le categorie, Cisl e Uil. (Odg Direttivo 10 luglio 2012)