Il Comitato direttivo Cgil riunito in data odierna ha aperto una discussione sulle recenti vicende che riguardano lo stabilimento Magna e ha assunto la relazione del segretario generale, il dibattito e le conclusioni.
La Magna Closures è un’azienda con sede a Guasticce operante nel settore componentistica auto. Essa conta tra dipendenti diretti e lavoratori delle ditte in appalto (tra cui servizi logistici di magazzino, ristorazione e altri servizi manutentivi) circa 700 persone. L’occupazione è per il 70% femminile. Negli ultimi 6 anni l’azienda è stata costretta a attivare procedure di mobilità volontaria e ammortizzatori sociali (dalla cassa integrazione straordinaria fino all’attuale accordo di solidarietà), tutto ciò a causa di un mercato dell’auto in calo e dell’assenza di produzione capace di sostenere i livelli occupazionali. In questo contesto incerto riguardante il settore nella sua interezza la rsu aziendale Fiom-Cgil e la segreteria sono riusciti negli anni a salvaguardare l’occupazione e il lavoro, attraverso accordi difensivi e non.
Nei giorni scorsi il gruppo dirigente della Magna ha convocato d’urgenza la rsu e successivamente la segreteria, evidenziando loro una situazione critica con chiari segnali di non ritorno. I vertici della multinazionale hanno definito la collocazione dei prodotti acquisiti, illustrando una probabile ristrutturazione degli assetti dei 3 stabilimenti che producono quel tipo di prodotti e serrature per auto. Gli stabilimenti in questione sono collocati a Guasticce, in Polonia e Germania. Non occorre molto per capire quale fosse lo stabilimento che la multinazionale era intenzionata a chiudere con conseguente delocalizzazione dei prodotti in essere. Grazie alle relazioni costruite nel corso degli anni siamo riusciti ad aprire uno spiraglio, cogliendo l’opportunità di trovare un’intesa che può dare una possibilità di consolidamento a Livorno. L’opportunità prevede che per i vecchi assunti (e per gli attuali 13 contratti a tempo determinato) non ci siano cambiamenti di nessuna natura. Con l’arrivo della nuova produzione sarà infatti possibile implementare l’organico, inserendo tra i 20 e i 60 nuovi lavoratori, tutti con contratto collettivo nazionale di categoria senza condizioni di miglior favore. A fronte di tale scenario sono state svolte in entrata ed in uscita assemblee di consultazione dei lavoratori, all’interno delle quali è stata assunta consapevolezza e dunque la volontà di andare avanti sulla strada indicata dall’intesa la cui validità è vincolata e sostenibile solo ed esclusivamente all’arrivo del prodotto in discussione. L’arrivo della nuova produzione aprirebbe insomma scenari ben diversi e ben altri problemi da dover andare a discutere.
Il Comitato direttivo condivide l’azione della categorie sindacale e delle rsu che hanno stipulato con grande senso di responsabilità un accordo aziendale finalizzato a creare “occupazione aggiuntiva rispetto a quella attuale, consolidare l’attuale e porre le basi per una prospettiva dell’intero stabilimento”.
Livorno, 25 giugno 2019