Per difendere un diritto fondamentale come quello della Salute e per ridare centralità ad un welfare messo in ginocchio dai continui tagli, la CGIL promuove per venerdì prossimo oltre 400 iniziative di protesta in tutta Italia. SALUTE FONDAMENTALE DIRITTO
Dodici miliardi di tagli nel corso di quattro anni, a partire dallo scorso per arrivare al 2014, frutto delle manovre economiche e delle leggi di stabilità. Un miliardo in meno per il fondo per l’edilizia sanitaria con questa legge di Stabilità. Il passaggio da un miliardo di euro a 200 milioni per il Fondo sociale. E in più l’introduzione del ‘super ticket’ sanitario che si sta traducendo in un regalo al mercato della sanità privata, e un danno al servizio pubblico, che graverà nelle tasche dei cittadini italiani per oltre 4 miliardi di euro entro il 2014. Sono questi alcuni dei numeri che disegnano gli effetti della scure che si è abbattuta, e si abbatterà, nei confronti del servizio sanitario e dell’intero sistema di welfare del paese e che hanno indotto la CGIL a promuovere per venerdì 18 novembre la giornata di mobilitazione nazionale “La salute è un diritto fondamentale”. Cifre – frutto di una elaborazione dei dati prodotti dalle categorie della CGIL più esposte sul tema, come la Funzione pubblica e il Sindacato dei pensionati, promotrici con la confederazione della giornata di venerdì – che sono un grido d’allarme ma non raccontano ancora tutto. Perché se da una parte prosegue la flessione del personale del Servizio sanitario nazionale, come emerge dal recente conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, così come rimane inalterato il pacchetto di ‘vessazioni’ (blocco della contrattazione, Tfr posticipato, contributo di solidarietà, ecc.); dall’altra si temono gli effetti nefasti della delega fiscale e assistenziale che potrebbe colpire principalmente i pensionati e le circa 4 milioni di persone con pensione di reversibilità, le oltre 2 milioni con quella di accompagnamento e altre 900 mila con quella di invalidità civile. “Un quadro drammatico frutto di scelte che stanno portando il sistema sanitario al collasso”, denuncia la CGIL sottolineando gli effetti che i tagli avranno sugli utenti, in particolare i più deboli come gli anziani, e sui lavoratori del servizio sanitario nazionale. Da qui la necessità di ribadire le prerogative di un Servizio sanitario efficiente: pubblico, universale e di qualità. Le tre parole d’ordine che saranno al centro della mobilitazione del 18 novembre con circa 400 iniziative su tutto il territorio nazionale, tra manifestazioni, presidi, flashmob e assemblee. Non sarà solo un momento di protesta contro le politiche di un governo dimissionario ma per sostenere le sette proposte elaborate dalla CGIL, dalla FP e dallo SPI. In sintesi: garantire il finanziamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) in tutte le regioni e abolire i super ticket colpendo gli sprechi; servizi 24 ore su 24 con finanziamenti vincolati a priorità, che vanno dalle cure primarie alla non autosufficienza; ‘chi lavora favorisce il cambiamento’, ovvero sbloccare le assunzioni e rilanciare la contrattazione; rendere socialmente sostenibili i piani di rientro; usare i risparmi per aprire nuovi servizi; i Lea prima di tutto; aprire alla partecipazione democratica con una sede di confronto nazionale e in tutte le regioni. Sette proposte che la CGIL sosterrà il 18 novembre, mentre si moltiplicano le adesioni dal mondo dell’associazionismo e di quello istituzionale e si aggiungono nuove iniziative, per ribadire come la salute sia “un diritto fondamentale” e per ricordare l’articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.